E se donna Rachele non fosse stata una donna sottomessa, ma forte e dignitosa? «È la Storia, non è un romanzo». Anzi forse di più, perché è prima di tutto la storia di una famiglia. E allora se in molti hanno parlato di «occasione perduta» commentando La lunga notte. La caduta di Mussolini, la fiction per tre giorni in prima serata su Rai1 (e ora su RaiPlay) diretta da Giacomo Campiotti che racconta le tre settimane che precedettero la riunione del Gran Consiglio del Fascismo che, nella notte tra il 24 e il 25 luglio 1943, votò la destituzione del Duce, a colpire è che a farlo sia Edda Negri Mussolini.
La genealogia innanzitutto, mai come in questo caso fondamentale: Edda è figlia del presentatore Nando Pucci Negri e di Anna Maria Mussolini, quinta e ultima figlia di Rachele Guidi e di Benito. E proprio qui sta il cuore della ribellione consegnata ai profili social. «Possono aver fatto vedere mia nonna come una donna sottomessa, una donna rozza - s’accalora la nipote -, strattonata da mio nonno. Una donna senza carattere. Così come mia mamma, una ragazza paurosa. Ma la realtà era ben diversa, basta leggere i libri, ma soprattutto averle conosciute. Hanno avuto dignità e forza per affrontare tutto quel che è accaduto». Parole forti, pronunciate da una donna in difesa di due donne maltrattate.
Lodate da una loro consanguinea, si dirà. Potrà anche essere vero, ma a colpire è il moto d’orgoglio. E magari anche qualche studio in più, oltre alle testimonianze dirette che l’hanno portata a pubblicare libri, tra i quali I Mussolini dopo Mussolini e Donna Rachele mia nonna. La moglie di Benito Mussolini. Forse, non a caso anche nel titolo, prima Rachele che moglie di...
La fiction? «Ancora una volta si è persa l’occasione di essere obiettivi. La storia non è un racconto superficiale e neanche fare la caricatura e ridicolizzare le persone, ma si basa su fatti e documentazione storica. Non si possono inventare fatti di famiglia e romanzarli per far piacere a qualcuno». Non una novità. «Visto che riguarda mia mamma, ho tutto il diritto di parlare: non ha mai avuto le trecce e i capelli lunghi e soprattutto non erano scuri! Con suo padre aveva un bellissimo rapporto e non era certo timorosa e schi- va. Leggeva i giornali, giocava con lui. Chiedere anche alla famiglia quando si fanno film e documentari, sarebbe buona cosa: ma si sarebbe obiettivi e invece non bisogna esserlo».
Errori sottolineati da molti che non hanno apprezzato la raffigurazione di un Mussolini imbolsito e completamente succube di Claretta Petacci, così come quella di un Galeazzo Ciano caricaturale preso solo da donne e alcol. Imperdonabile lo svarione su Dino Grandi che ricevendo da Vittorio Emanuele il Collare dell’Annunziata, la più alta decorazione di Casa Savoia, lo ringrazia con il titolo di Altezza (involontaria ironia visto il suo metro e 54) invece che Maestà.
«Ancora una volta - taglia corto Edda Negri Mussolini - il nonno fa fare cassa e spesso si scrive, si fanno fiction e film senza documentazione: eppure è così facile andare negli archivi! Ma non si riesce a essere obiettivi e a far in modo di far pacificare gli animi. E in questo ultimo periodo è peggio che negli anni Settanta e Ottanta quando erano ancora vive le persone che avevano fatto quella storia da una parte e dall’altra, ma non fomentavano l’odio come si fa oggi».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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