"Senza calcio sono vuoto, mi sto facendo aiutare". Edoardo Bove commuove Sanremo

Il calciatore della Fiorentina ha parlato dell'arresto cardiaco patito lo scorso 1 dicembre durante la partita contro l'Inter: "Mi fa soffrire ma so che mi servirà per il futuro"

 "Senza calcio sono vuoto, mi sto facendo aiutare". Edoardo Bove commuove Sanremo
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Tra gli ospiti della finalissima del Festival di Sanremo 2025 anche Edoardo Bove, il centrocampista della Fiorentina costretto a sospendere la sua carriera in seguito all'arresto cardiaco che lo ha colpito durante la partita contro l'Inter dell'1 dicembre scorso. Il giovane romano ha regalato la sua maglia viola con il numero 4 a Carlo Conti, noto tifoso gigliato, e ha parlato delle difficoltà che sta attraversando: "Vivo questa esperienza in modo particolare, tra alti e bassi. Per me il calcio è una forma di espressione, sanza non mi sento lo stesso, mi manca qualcosa".

"È come perdere la voce per un cantante, un grande amore, avere una grande perdita mi sento incompleto, vuoto" ha aggiunto Bove, arrivato alla Fiorentina la scorsa estate dopo aver trascorso tutta la sua carriera con la maglia della Roma: "So che ci vorrà tempo, tanto coraggio e mi sto facendo anche aiutare. Mi fa soffrire ma so che mi servirà per il futuro". Il giovane ha anche parlato dell'affetto ricevuto dopo il malore: "Mi è arrivato in modo particolare, al di là delle bandiere e delle squadre e mi ha fatto capire la gravità della situazione".

Bove ha tenuto a ringraziare tutti coloro che non lo hanno fatto sentire solo: "Purtroppo non tutti hanno la fortuna di avere un supporto per superare i loro ostacoli della vita. Io voglio mandare un messaggio a tutti coloro che nel superare un ostacolo si sentono in difficoltà. Perché capisco già la difficoltà mia nell'essere supportato, e immagino la loro. E questo secondo me è molto importante". Complice la vetrina di Sanremo, Bove ha voluto porre l'accento sull'importanza del primo soccorso: "Quell'episodio mi ha fatto capire quanto la linea tra la vita e la morte sia sottile. E quanto dipendiamo da chi ci è accanto, anche persone estranee. Se ci sarà più informazione sul primo soccorso saremo tutti più al sicuro".

La domenica del malore, ha proseguito il giovanissimo, s'è svegliato in ospedale senza ricordare nulla: "Solo guardando le reazioni dei miei cari ma anche delle persone estranee che mi chiedevano come stessi ho capto quanta paura ci fosse stata di perdermi.

Mi ritengo fortunato perché per come sono andate le cose è successo tutto nel posto giusto al momento giusto. Mentre mi sono arrivate testimonianze di persone che hanno perso cari e familiari per episodi simili perché non c'è stata prontezza nel soccorso".

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