Venti giorni dopo lapertura della nuova stagione del balletto scaligero, si conclude domani sera al Piermarini, con lultima replica (ore 20, info: 02-72003744, www.teatroallascala.org), il ciclo «Serata Béjart», che nellarco delle festività natalizie ha riscontrato un grande successo di critica e di pubblico. Ultima occasione, dunque, per gli appassionati del genere, per gustarsi uno spettacolo davvero non comune, sia per la forma sia per i contenuti della proposta. Si tratta infatti di un trittico di capolavori della storia musicale, autori Igor Stravinskij e Gustav Mahler, con il tocco davvero magico delle coreografie firmate Maurice Béjart, cui è dedicato lomaggio scaligero. Una perfetta sintesi tra danza e musica, dunque, con la bacchetta dellinglese Daniel Harding che dirige lOrchestra della Scala. Si apre con LOiseau de feu (LUccello di fuoco) di Stravinskij, compositore russo naturalizzato prima francese poi statunitense, scomparso a New York nel 1971 alletà di 89 anni; per proseguire con Chant du compagnon errant sui Lieder eines fahrenden Gesellen del compositore austriaco di origine boema, scomparso a Vienna nel 1911; e concludere ancora con Stravinskij, questa volta con Le sacre du printemps (La sagra della primavera). Protagonisti della serata, sul parquet di via Filodrammatici, insieme con il Corpo di Ballo del teatro, Antonino Sutera ed Eris Nezha ne LUccello di fuoco; Massimo Murru e Gabriele Corrado ne Chant du compagnon errant, con il baritono Roderick Williams; infine Luana Saullo ed Eris Nezha ne La sagra della primavera, a conclusione del trittico. Sul podio, dicevamo, il giovane britannico Harding (oxfordiano del 1975), bacchetta di conclamato prestigio internazionale, a dispetto delletà ancora fresca, e quantomai adatto a condurre le partiture di «Serata Béjart». Harding, del resto, ormai alla Scala è di casa o, comunque, è iscritto nel capitolo dei «grandi», visto che, alla «tenera» età di 29 anni, nel 2005, ha firmato la «prima» di SantAmbrogio, dirigendo Idomeneo di Wolfgang Amadeus Mozart. E ora una doverosa nota sul geniale Maurice Béjart. Nato a Marsiglia l1 gennaio 1927, allanagrafe Maurice-Jean Berger, figlio del filosofo Gaston Berger, fa il suo debutto artistico come danzatore a 14 anni allOpéra di Parigi. E del 1951 il suo primo balletto, LInconnu, creazione che vede la luce a Stoccolma. Poi, come una specie di attrazione fatale, mette a punto proprio LUccello di fuoco.
Lavventura scaligera del coreografo retrodata al 1971: da allora prende il via una collaborazione tra lartista e il teatro milanese mai interrotta. Béjart è scomparso a Losanna, poco più di due anni fa: era il 22 novembre 2007.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.