Ungheria, l'albero della vita e i tamburi sciamanici

Il padiglione con il granaio, i silos rurali, le stalle e l'acqua con il tema "Dalla fonte più pura" propone l'idea di armonia con l'ambiente e le tradizioni. Collaborazione con il Padiglione Italia

Ungheria, l'albero della vita e i tamburi sciamanici

Il granaio, i silos rurali, le stalle, l'idea di armonia con l'ambiente e con le tradizioni. Nel progetto del padiglione dell’Ungheria per Expo Milano 2015 emergono le linee guida dell'architettura del Paese ma anche quelle dell'Esposizione Universale, attenta ai temi del cibo e della sostenibilità.

L'edificio - ideato dai progettisti Agnes Herczeg, Attila Ertsey e Sandor Sarkany - si compone all'estremità di due grandi tamburi sciamanici, che rimandano al rapporto mistico tra uomo e natura solcati dall'antico simbolo dell'albero della vita nel quel scorre l'acqua dolce naturale ungherese dalle celebri proprietà termali. Al centro svetta lo scheletro di un'enorme botte di legno, che rappresenta l'arca di Noè, la salvezza di salva flora e fauna. All'interno della struttura, che è aperta, si sviluppa un enorme giardino con piante da frutta, orti ed erbe aromatiche.

Tre ambienti legati all'acqua, che come un fiume, toccherà tutta la struttura. Non a caso il padiglione di chiama Dalla fonte più pura e l’Ungheria vuol dimostrare l'importanza della salubrità del cibo, di uno stile di vita sano e della necessità di garantire la sicurezza alimentare e la biodiversità per le future generazioni. Nel corso della presentazione è stata annunciata anche la collaborazione con il Padiglione Italia, che sarà avviata durante l'Esposizione Universale.

Il padiglione, che occupa un lotto di 1.910 mq, si svilupperà su tre piani. La maggior parte del materiale utilizzato per la costruzione è rinnovabile (legno, legno lamellare, cellulosa) per evidenziare il contenuto ecologico ed energetico integrato con sistemi di risparmio energetico e l'abbattimento dell'inquinamento. L'intero edificio sarà smontabile, ricostruibile e riutilizzabile. L'ultimo piano della costruzione ospiterà un giardino a cielo aperto:nell'area verde esterna saranno coltivate 33 tipologie di frutta, verdura ed erbe mediche.

Durante Expo Milano 2015 il padiglione ungherese organizzerà mostre ed eventi dedicati alle tradizioni alimentari del Paese, alle relazioni storiche italo-ungheresi, ai temi di cultura contemporanea. I visitatori, adulti e bambini, potranno anche partecipare a programmi interattivi come il giardinaggio, compostaggio e la raccolta. "Vogliamo insegnare - hanno spiegato i responsabili - come conservare i prodotti agricoli senza conservanti, come preparare il tè, pomate e profumi". L'obiettivo è sviluppare la coscienza ecologica, come ha spiegato anche Gèza Szocs, primo consigliere del primo ministro ungherese e commissario governativo per l'Expo 2015. Come l'Italia, l'Ungheria ha manifestato l'intenzione di destinare il padiglione, una volta terminata l'Esposizione Universale, alla ricerca e all'istruzione: sarà infatti rimontato a Szombathely, al posto della Caserma degli Ussari, come parte integrante del Centro della tutela creativa del patrimonio e dello sviluppo dei valori.

Gèza Szocs e il commissario del Padiglione Italia Diana Bracco hanno proposto una collaborazione tra i due futuri Istituti di ricerca per far conoscere e diffondere al pubblico uno stile di vita sano e sostenibile.

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