Dopo mesi di quasi totale indifferenza tutti gli occhi sono puntati su Rick Santorum, il trionfatore dei caucus in Iowa, persi con solo otto voti di scarto da Mitt Romney. Da allora l'ex senatore della Pennsylvania, che dice di ispirarsi a suo nonno Pietro, emigrato dall'Italia nel 1925, è finito nel setaccio di giornali e commentatori. Si cercano dettagli, frasi, prese di posizione... tutto per cercare di screditarlo e metterlo in imbarazzo. Eppure il suo modo di pensare ultraconservatore è cosa arcinota, così come le posizioni nei confronti dei gay, tutt'altro che concilianti. Ed è proprio su questo tema che Santorum è "scivolato", subendo una dura contestazione da un gruppo di studenti universitari nel New Hampshire.
Il candidato alle primarie repubblicane stava partecipando a un forum organizzato dal New England College quando, rispondendo alle domande del pubblico, è tornato a ribadire le sue idee sul matrimonio. Ma non si è fermato lì: ha paragonato le nozze gay alla poligamia, scatenando la reazione di molti dei presenti. "Non crede che il principio di uguaglianza permetta anche alle persone dello stesso sesso di sposarsi?", ha chiesto un giovane. "Hanno anche loro diritto alla felicità", ha incalzato un’altra ragazza durante il botta e risposta durato oltre un’ora e mezza.
La risposta di Santorum non si è fatta attendere: "Pensa che anche più di due persone dovrebbero avere diritto a sposarsi? Non si può essere felici se non si è uniti in matrimonio con almeno cinque persone?", ha detto, scatenando i fischi della platea. Nessuna novità. Si sa come la pensa Santorum su questo come su altri temi "sensibili" alla destra. Se non avesse ribadito i principi in cui crede avrebbe subito l'attacco, opposto, di essere un "flip-flop", un opportunista che cambia idea a seconda della convenienza (l'accusa che viene mossa a Romney). Santorum, invece, è andato avanti sulla propria strada dicendo come la pensa. Sapeva che sarebbe accaduto, che lo avrebbero incalzato su questo tema. Lui se n'è infischiato, dimostrando di non rinunciare a una virgola del suo modo di essere. Avrà vita dura, Santorum, nel "laico" New Hampshire, uno Stato che conta il maggior numero di atei e agnostici. Ma lui lo sa e va avanti. Non per vincere - cosa impossibile, salvo miracoli, visto che Romney ha più di venti punti di vantaggio sugli inseguitori. Però deve fare bene, piazzandosi, nella peggiore delle ipotesi, almeno al terzo posto senza scendere al di sotto del 10-12% (leggi l'articolo di Giuseppe De Bellis).
Gingrich: coalizione anti Romney
Ormai è cosa nota, l'ex speaker della Camera Newt Gingrich non sopporta Romney. Tra l'altro lo considera artefice della campagna mediatica che lo ha preso di mira con pesanti spot in tv, facendogli perdere consenti. Ora Gingrich continua nella sua battaglia: si dice fiducioso che i conservatori del Gop "gradualmente si coalizzeranno" a sostegno del candidato che potrà negare la nomination presidenziale a Romney. Gingrich, che si definisce un "conservatore alla Reagan" e ritiene che sia questo il tipo di candidato di cui i repubblicani hanno bisogno per sconfiggere Obama.
E Romney attacca Obama
Intanto Romney, in attesa del voto di martedì in New Hampshire, sta portando avanti la campagna elettorale in South Carolina dove si voterà il 21 gennaio. Concentra i suoi sforzi non sugli avversari del Gop ma su Obama. L'ex governatore del Massachusetts ha definito "imperdonabili" le politiche dell'attuale presidente.
Romney ha attaccato Obama per la sua gestione dell'economia, nonostante il calo della disoccupazione registrato a dicembre, il più elevato degli ultimi quattro anni. Romney ha poi criticato la decisione del presidente di ridurre il numero di soldati e concentrarsi maggiormente sull'Asia, dicendo che è necessario ribaltare le sue politiche.
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