Valanghe, gli avventurosi a spese degli altri

Trentino: sei morti in Val Lasties vicino al Sella. Quattro erano uomini del Soccorso alpino. Erano a quota 2.000 per recuperare due turisti friulani travolti da un'altra slavina. Domani funerali a Canazei

Valanghe, gli avventurosi a spese degli altri

Trento Sei morti: è questo il bilancio della valanga caduta nell'Alta Valle di Fassa, in Val Lasties vicino al gruppo del Sella. Quattro delle vittime erano uomini esperti del Soccorso alpino. Tra i soccorritori ci sono anche due feriti. Erano giunti a quota 2.000 per recuperare due turisti friulani che si erano avventurati con le racchette da neve ai piedi e che erano stati travolti da un'altra slavina. I friulani sono stati trovati morti stamattina. La squadra del Soccorso alpino di Trento, composta da sette persone tra guide e istruttori, era partita per la bonifica dell'area. Era giunta al rifugio Forcella, da dove era scesa, facendosi luce con le lampade frontali, verso la zona dove risultavano dispersi i due. Erano le 18 e proprio in quel punto era scesa la valanga. Ma un nuovo grande costone di neve li ha travolti. Uno solo di loro è riuscito a liberarsi e a dare l'allarme. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato un messaggio di cordoglio al governatore Trentino Lorenzo Dellai.

I soccorritori morti I quattro soccorritori che hanno perso la vita conoscevano profondamente la zona e lavoravano ogni giorno a stretto contatto con la montagna. Alessandro Dantone, 39 anni, fin da giovanissimo vicino al Soccorso alpino, era una guida e lavorava per il servizio Strade della Provincia autonoma. Sposato, lascia anche due figli, di 11 e 16 anni. Originario di Penia, abitava ad Alba di Canazei. Diego Perathoner, 42 anni, lavorava alla Sitc, la Società d'incremento turistico di Canazei, come responsabile delle piste. Considerato un valente manager, era presidente della Stella Ronda, nota gara di scialpinismo, e della Ski Marathon, prestigiosa gara di corsa in montagna. Era nato a Canazei, celibe. Luca Prinot, 44 anni, sposato e padre di un bimbo, faceva la guida alpina e il maestro di sci, con la passione dell'arrampicata, su roccia e su ghiaccio. Era nato a Campitello di Fassa. Erwin Riz, 32 anni, originario di Canazei e celibe, era considerato una promessa dell'alpinismo trentino. Conosceva particolarmente bene la val Lasties, quella della tragedia, visto che il fratello gestisce il rifugio più alto proprio di quella valle.

Le vittime friulane I due turisti dispersi sono stati trovati morti stamattina. Le operazioni di ricerca sono state compiute da circa quaranta uomini del Soccorso Alpino, dalle unità cinofile del Soccorso alpino e della Scuola Alpina della polizia di Stato di Moena. Hanno partecipato anche i carabinieri e i vigili del fuoco di Canazei. I due turisti morti sono Fabio Baron, 30 anni, originario della stessa Udine, e Diego Andreatta, 31 anni, nato a Palmanova, in provincia. Secondo quanto ricostruito, erano usciti ieri mattina per una ricognizione della zona, per poi organizzare una scalata su una delle cascate di ghiaccio dei dintorni. I due, secondo quanto ha riferito il Soccorso alpino, erano privi dello strumento ricetrasmittente di segnalazione, che viene indossato per consentire la ricerca in caso si venga travolti da valanghe. Per trovarli quindi gli esperti hanno iniziato a lavorare già prima delle 5 e si sono serviti di due elicotteri per la ricognizione e una quarantina di soccorritori al lavoro con cani da valanga.

Il cordoglio di Napolitano Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, appresa la notizia del tragico incidente accaduto in Val di Fassa ha inviato al Presidente della Provincia Autonoma di Trento, Lorenzo Dellai un messaggio di cordoglio.

Valeruz: scena tragica "Era una scena assolutamente tragica", ha raccontato Valeruz, fra i primi ad accorrere. Valeruz, il massimo rappresentante a livello mondiale dello sci estremo, si trovava nella valle di Lasties per un giro sugli sci, quando ha scorto le tracce delle racchette da neve dei due friulani: "Ho pensato - ha raccontato al gr regionale della Rai di Trento - che i due fossero passati sopra la valanga, non avevo immaginato che la tragedia fosse già cominciata". Valeruz scende più in basso, lasciando quella valle senza alberi e con le falde scoscese, ma viene raggiunto da una telefonata che lo avverte che anche gli uomini del soccorso alpino sono finiti sotto a una slavina. Raggiunto il posto della disgrazia,la scena che gli si presenta è impressionante, ma al quel punto si deve pensare ai sopravvissuti: "Uno dei due, Robertino Platter - racconta - era stato sbalzato a un centinaio di metri, ma era ancora vivo. Anche Sergio Valentini ha avuto fortuna. Finito al riparo di una roccia sotto una bolla d'aria é riuscito a resistere un'ora e mezzo, finché siamo riusciti a tirarlo fuori".

Bertolaso: basta morti per colpa di sprovveduti "Sono stufo che i nostri soccorritori perdano la vita perché le persone vanno a fare escursioni in modo sprovveduto e senza tenere conto degli allarmi". Lo ha detto il responsabile della protezione civile Guido Bertolaso commentando la morte in Trentino dei quattro tecnici del Soccorso Alpino. "Oltre alle emergenze legate alle alluvioni - ha detto - c'é anche il dolore per i nostri ragazzi morti in Trentino per cercare di salvare la vita ad altri". Il capo della protezione civile era visibilmente avvilito e dispiaciuto e ha ripetuto: "Basta morire per gli errori di altri".

Muore un ragazzino in Alto Adige Un ragazzino tedesco di 12 anni, Maximilian Conrad, è morto travolto da una slavina sabato nella zona di Solda in Alto Adige. L’incidente è avvenuto nel primo pomeriggio. Stava sciando fuori pista nei pressi di Malga Madriccio, a quota 2.800, assieme al fratello Niclas e a un conoscente, su un percorso fuori dalle piste battute ma abbastanza frequentato, quando si è staccata la massa nevosa che ha travolto i tre. Immediatamente è scattato l’allarme e, quando gli uomini del Soccorso alpino sono giunti sul posto, ben presto hanno dissepolto i turisti travolti. Uno di loro, il fratello della vittima, era illeso, mentre il loro conoscente è stato trovato svenuto ed è stato trasportato all’ospedale di Bolzano, dove i medici non disperano di salvargli la vita. Quando i soccorritori hanno dissepolto il ragazzino, per lui ormai non v’era più nulla da fare.

Camera ardente La Giunta provinciale di Trento renderà omaggio questo pomeriggio alle salme dei quattro volontari del Soccorso alpino alla camera ardente, a Canazei.

Martedì i funerali a Canazei Sarà l'arcivescovo di Trento, monsignor Luigi Bressan, a presiedere domani, alle 14.30, nella chiesa di Canazei, i funerali. Alla notizia, monsignor Bressan si è raccolto in preghiera per le vittime, per le loro famiglie e per l'intera Comunità di Fassa, alla quale ha fatto giungere un primo pensiero di cordoglio e di solidarietà attraverso il parroco di Canazei, don Stefano Maffei. La tragedia ha avuto un riferimento nel pomeriggio nell'omelia che l'arcivescovo pronuncerà in occasione della festa della Sacra Famiglia, che la Chiesa celebra oggi. "Anche gli eventi del mondo - si legge nel testo dell'omelia - ci interpellano e oggi siamo particolarmente vicini alle famiglie della Val di Fassa e a quella comunità così duramente provata per la morte di quattro suoi figli. E' una sofferenza che tocca anche noi ed è motivo di preghiera e vicinanza fraterna". Sarà un'Eucarestia che presiederà alle 15 a Condino, in Trentino.

Ancora forte il rischo valanghe All'indomani della disgrazia in Trentino Alto Adige il pericolo valanghe è definito ancora forte, di grado 4 su una scala di 5.

Come avvertono i tecnici dell'Ufficio idrografico di Bolzano, i distacchi di neve bagnata interessano tutto il manto e possono assumere grandi dimensioni. Sopra i 2300 metri di quota i nuovi grossi accumuli eolici poggiano su strati freddi di cristalli angolari e si possono distaccare spontaneamente o con un debole sovraccarico.  

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