Un grande scrittore e musicista, Bruno Barilli, ricordava che «la flotta spettacolare del teatro wagneriano rischia di scomparire sotto il carico enorme del suo anacronistico arredamento scenico». Il pericolo paventato è stato sfiorato nel nuovo allestimento della Valchiria di Wagner alla Scala. Regia attenta nei movimenti di David McVicar, responsabile anche delle scene primitivo-tribali, costumi (Emma Kingsbury) da Game of Thrones moderato, belle luci (David Finn). Poche stravaganze: il cavallo di Brünnhilde è un mimo con grandi protesi alle gambe, Fricka entra trainata da orridi antropo-mufloni au ralenti. Sulla tolda dell'orchestra scaligera Simone Young ha garantito l'equilibrio tra golfo mistico e palcoscenico, evitando di fagocitare le voci - merito non da poco in tempi dove è moda lustrare gli ottoni e ispessire la grevità fonica generale. Questo ha aiutato non poco i cantanti.
Anche chi non più era più nella propria primavera vocale ha dato il suo contributo: intenso e sperimentato Michael Volle (Wotan) come la sua giunonica consorte Okka von der Damerau (Fricka), predace Günther Groissböck (Hunding), piuttosto leggero Klaus Florian Vogt (Siegmund), fremebonda Elza van den Heever (Siegliende), molto solida l'eccellente protagonista, Camilla Nylund (Brünnhilde). Non pervenuti l'empito della passione incestuosa, l'incantesimo della spada nella roccia, l'ira cosmica di Wotan ecc. La direttrice? Esecutrice più che interprete.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.