Italiani, giovani e diplomatici: ecco come Francesco "si prende" la Chiesa di domani

Ieri il nuovo concistoro con la creazione di 21 cardinali. Il Papa sceglie un solo non elettore e dimostra di pensare al conclave

Concistoro, immagine di repertorio
Concistoro, immagine di repertorio
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Il sacro collegio è sempre più bergogliano, mentre di anno in anno si riducono le quote di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Il concistoro di ieri ha segnato l'ingresso nel club degli elettori di ben 20 nuovi cardinali. Uno di loro, il discusso britannico Timothy Radcliffe, lo rimarrà fino alla prossima estate. In questa nuova "infornata" Francesco ha privilegiato chi potrà entrare in un futuro conclave, limitandosi ad una sola berretta "onorifica", quella per il suo vicino di casa a Santa Marta Angelo Acerbi, già nunzio apostolico arrivato all'età di 99 anni.

Un concistoro "italiano"

Quello di ieri è stato un concistoro in cui l'Italia ha detto la sua. Francesco, infatti, ha dato berretta e zucchetti ad arcivescovi titolari di cattedre importanti nel Belpaese. Ci sono Roberto Repole di Torino e, a sorpresa dopo il passo indietro dell'indonesiano Paskalis Syukur, Domenico Battaglia di Napoli a riportare la tradizione cardinalizia in due sedi storiche. Un altro nome importante per l'episcopato italiano è quello di Baldassarre Reina che Bergoglio ha voluto come suo Vicario a Roma, nel posto che fino a poco fa era stato del cardinale Angelo De Donatis ora Penitenziere Maggiore. Italiano è anche padre Fabio Baggio che riceverà l'ordinazione episcopale dopo il concistoro, in una cerimonia già fissata il prossimo 11 gennaio a Bassano del Grappa. Ad imporgli le mani sarà il suo "superiore" al Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, il cardinale Michael Czerny. Quest'ultimo, gesuita canadese tra i preferiti del Papa, ha 78 anni e potrebbe lasciare il posto come capo dicastero proprio al neocardinale italiano che è attualmente suo sottosegretario. Sebbene non italiano, anche Rolandas Makrickas è uno dei nuovi cardinali che segnano il peso di Roma e dell'Italia in quest'ultima "infornata", dal momento che ricopre il ruolo di Arciprete Coadiutore della Basilica di Santa Maria Maggiore. Il presule lituano ha alcune caratteristiche di cui Francesco sembra aver tenuto conto per stilare l'elenco di questo concistoro: giovane coi suoi 52 anni, ha alle spalle la carriera diplomatica. Un curriculum simile a quello di Frank Leo, attualmente arcivescovo di Toronto e già reduce da diverse esperienze in giro per il mondo nelle nunziature apostoliche. Di origini campane, anche Leo ha soltanto 53 anni ed è uno dei nomi più apprezzati della lista di nuovi cardinali.

Vista conclave

Mai come in questo concistoro, Francesco ha voluto dare priorità a chi è più giovane e dunque può, almeno sulla carta, garantire una continuità alla linea data dall'attuale pontificato. Nel sacro collegio entra un 44enne, l'ucraino Mykola Byčok che però è vescovo in Australia. Un nome che ha dimostrato ancora una volta la determinazione papale a rompere gli schemi: l'eparca dei Santi Pietro e Paolo di Melbourne degli ucraini, infatti, è stato preferito sia a monsignor Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, che all'arcivescovo metropolita di Sydney e primate di Australia, monsignor Anthony Colin Fisher. Giovanissimo per i criteri ecclesiastici è anche George Jacob Koovakad, l'indiano di 51 anni che organizza i viaggi papali e che si troverà a lavorare nella condizione di cardinale al cospetto di superiori non cardinali in Segreteria di Stato come il Sostituto monsignor Edgar Peña Parra o monsignor Paul Richard Gallagher, Segretario per i rapporti con gli Stati e le organizzazioni internazionali.

A meno che Francesco non abbia in serbo per il suo organizzatore di viaggi una promozione in Curia o in una qualche diocesi del mondo. Quel che è certo è che, ancora una volta, il Papa ha dato dimostrazione di non fare scelte prevedibili quando si parla di concistori.

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