"La linea del Papa non verrà modificata. Beato? Ora è presto"

Il presidente della Conferenza episcopale tedesca: "Per la santificazione meglio far passare cinque anni"

"La linea del Papa non verrà modificata. Beato? Ora è presto"

Roma. Nessuna «frattura» tra Benedetto XVI e Francesco. Le parole di monsignor Georg Gänswein, segretario personale di Ratzinger che due giorni fa aveva detto che il Motu proprio sulla messa in latino di Bergoglio aveva «spezzato il cuore» al Papa emerito, non riaccenderanno la fronda anti-Bergoglio. E sul «Santo subito», i vescovi tedeschi frenano: «Meglio aspettare». Parla a tutto campo il numero uno della chiesa in Germania, monsignor Georg Batzing, presidente della Conferenza episcopale tedesca, dopo aver guidato la delegazione dei prelati tedeschi ai funerali di Ratzinger.

Come ha vissuto le esequie del Papa emerito tedesco?

«È un giorno molto toccante per la chiesa tedesca e per il mondo intero. Mi hanno colpito i momenti del silenzio e di preghiera. Momenti che avrebbero colpito lo stesso Benedetto XVI. Il Papa emerito sarebbe stato felice anche dell'omelia di Francesco, profonda e allo stesso tempo un tributo per Joseph Ratzinger».

Erano attesi 100mila fedeli. Ne sono arrivati 50mila. Cosa è successo?

«Negli ultimi tre giorni oltre 200.000 persone sono andate a San Pietro per la salma di Papa Benedetto, molto di più di quanto atteso. Forse avrebbero potuto venire più persone alle esequie ma era molto difficile dare una stima. Papa Benedetto ha vissuto per 10 anni una vita ritirata, ha pregato, pensato alla Chiesa. Non è ovviamente la stessa cosa come fu con Giovanni Paolo II che è morto come Papa regnante, ma ho avvertito comunque tanta gente. Ciò appartiene anche un po' allo stile di Benedetto XVI, appartato e umile, come gli ultimi anni che ha trascorso».

La folla ha acclamato «Santo subito». Che ne pensa?

«C'è un bella regola nella Chiesa che dice che bisogna aspettare cinque anni prima dell'avvio di una canonizzazione. Anche in questo caso è opportuno. Aspettiamo e poi si vedrà e comunque tutto ciò che è successo con Giovanni Paolo II è unico nella storia. In questo caso, invece, è meglio aspettare cosa prevede la Chiesa».

Quale sarà il futuro di monsignor Gänswein? Potrebbe venire in Germania?

«Voglio ringraziarlo per tutto il lavoro fatto sia durante il Pontificato sia per il periodo di servizio durante i dieci anni di Papa emerito. Gli auguro tutto il bene del mondo. Il futuro riguarda il diretto interessato e a chi della curia è responsabile di queste decisioni».

Dopo le dichiarazioni di monsignor Gänswein sulla messa in latino, emergerà ora la fronda anti-Bergoglio?

«Non è giusto contrapporre conservatori e progressisti. Papa Benedetto XVI aveva un suo stile, Francesco ne ha un altro, quello della sinodalità. Non è giusto avere questo pregiudizio nei confronti di Benedetto XVI. Lui aveva a cuore il dialogo con chi ha una visione più tradizionalista della Chiesa, per lui questo era importante. Papa Francesco, però, teme che ci siano troppi riti diversi e, dunque, ha voluto fare chiarezza riferendosi al rito fondato nel Concilio Vaticano II».

Ora che non c'è più Ratzinger, cosa cambierà in Papa Francesco?

«Ormai conosciamo Papa Francesco e il suo stile che non cambierà. Lui userà il suo stile, ad ascoltare le persone e a decidere. Non ci sarà un cambiamento ora che non c'è più il Papa emerito.

Per Ratzinger come Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e poi come Pontefice era importante la continuità nella Chiesa ed è ciò che cerca il cammino sinodale in Germania sinodalità come la intende Francesco che è quello di continuare a dare un contributo importante per la chiesa universale».

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