A Napoli la supplica dei fedeli all'arcivescovo: "Ridacci la messa in latino"

I gruppi legati al rito antico chiedono il ripristino delle celebrazioni dopo la chiusura disposta sull'onda di Traditionis Custodes

Foto tratta dal sito institute-christ-king.org
Foto tratta dal sito institute-christ-king.org
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Non sono tempi facili per i fedeli amanti del cosiddetto rito antico. Dall'entrata in vigore di Traditionis custodes nel luglio del 2021 non si contano gli annunci in tutto il mondo di messa in latino soppresse o concentrate in chiese non parrocchiali. Una situazione che riguarda anche Napoli, dove con un decreto dello scorso 18 aprile l'arcivescovo Domenico Battaglia ha cancellato le messe nel Santuario di San Gaetano, limitando la celebrazione ai soli sacerdoti dell’Istituto di Cristo Re Sommo Sacerdote presenti in tre chiese: la chiesa di Santa Maria del Rosario alle Pigne, la chiesa della Casa San Tommaso d'Aquino quella del convento delle Suore del loro istituto a Barra e la Basilica di San Giacomo degli Spagnoli.

La petizione

Le mancate autorizzazioni a celebrare altrove a sacerdoti diocesani o di passaggio hanno ferito la nutrita ed agguerrita comunità di fedeli con sensibilità tradizionale. I gruppi locali di Coetus Fidelium nati nel solco della liberalizzazione concessa nel 2007 da Benedetto XVI con il Summorum Pontificum ha deciso di protestare e di chiedere all'arcivescovo il ripristino delle messe cancellate con il decreto di aprile. Lo hanno fatto con una petizione che ha raccolto 250 firme e che il 23 settembre è stata consegnata ad un delegato dell'arcivescovado. I firmatari, tuttavia, lamentano il fatto di non aver ricevuto alcuna risposta dall'arcivescovo che a inizio dicembre sarà creato cardinale da Francesco. Per questo motivo la petizione è stata indirizzata anche al capo dei vescovi italiani, il cardinale Matteo Zuppi che a Bologna ha voluto un'applicazione meno restrittiva di Traditionis Custodes e che ha sempre dimostrato apertura nei confronti delle comunità legata alla cosiddetta messa in latino.

La conferenza

A riportare in auge la supplica dei fedeli al loro vescovo è stata l'organizzazione di una conferenza dal titolo "Il motu proprio Traditionis Custodes e la sua applicazione nella diocesi di Napoli" e prevista domani alle 18 all'Hotel Renaissance Mediterraneo. L'iniziativa è stata organizzata dalla sezione di Una Voce Napoli e dalla Fondazione Il Giglio, con la partecipazione dei Coetus Fidelium di San Gaetano e Sant’Andrea Avellino, San Ferdinando, Santa Maria della Vittoria. Nella conferenza si parlerà proprio della chiusura delle messe tridentine a Napoli. Tra i relatori ci sarà don Nicola Bux, teologo e già collaboratore di Benedetto XVI. Contattato da IlGiornale.it, don Bux si è detto convinto della possibilità di un dialogo, ammettendo che la decisione dell'arcivescovo Battaglia, alla luce di Traditionis Custodes, può avere delle ragioni ma augurandosi però che queste vengano riesaminate perché "i fedeli hanno diritto ad essere ascoltati". L'incontro di domani potrebbe essere l'occasione per trovare un terreno comune e a questo scopo gli organizzatori hanno invitato sia il futuro cardinale che il delegato arcivescovile per la liturgia monsignor Nicola Longobardo.

La richiesta dei fedeli è di riavere le messe celebrate dai sacerdoti diocesani già precedentemente autorizzati, non limitando il rito antico al solo Istituto di Cristo Re Sommo Sacerdote. La vicenda di Napoli è il risultato della polarizzazione che si è venuta a creare nella Chiesa sulla questione liturgica. Ma le prove di dialogo permettono di non escludere un lieto finale.

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