Il Papa torna a parlare in pubblico, ma resta l'affaticamento

Bergoglio ha pronunciato il testo preparato per l'udienza ai membri della comunità nigeriana di Roma. La voce, però, continua ad essere debole

Il Papa torna a parlare in pubblico, ma resta l'affaticamento
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Dopo la domenica della paura, con Francesco rimasto in silenzio nel primo appuntamento della Settimana Santa e le speculazioni sulle sue condizioni di salute, oggi segnali più rassicuranti sono arrivati dal Vaticano. Il Papa, infatti, è tornato a pronunciare un discorso in pubblico e lo ha fatto ricevendo la comunità di nigeriani a Roma. La voce non è ancora delle migliori, ma dopo il clamore provocato dal silenzio di ieri nella liturgia della domenica delle palme, Francesco sembra aver voluto dare un messaggio tranquilizzante ai fedeli in apprensione.

Le parole (stanche) del Papa

Alla comunità nigeriana di Roma ricevuta in Vaticano, Francesco ha detto che "la diversità di tradizioni e lingue non costituisce un problema, ma è un dono che arricchisce il tessuto della Chiesa e della società" ed ha rivolto anche un monito chiedendo di non " chiudersi nella propria cultura, che è un dono che va offerto". Il Pontefice ha 'osato' invitando i nigeriani a Roma a stare "attenti al pericolo del non essere universali, del chiudersi in un isolamento tribale". Anche in questa occasione, la voce del Papa è apparsa leggermente affaticata. L'87enne Pontefice si prepara agli impegni della Settimana Santa, con la presenza annunciata venerdì alla tradizionale Via Crucis al Colosseo dopo la celebrazione della Passione del Signore in Basilica San Pietro.

L'udienza alla comunità nigeriana non è stato l'unico appuntamento nell'agenda papale odierna: un altro impegno previsto era l'udienza ai membri della rete Jesuit Social Network che dal 2004 riunisce le 39 realtà attive nel campo della solidarietà collegate alla Compagnia di Gesù. Bergoglio ha anche ricevuto i vertici del dicastero per la dottrina della fede, il cardinale prefetto Víctor Manuel Fernández e il segretario per la sezione dottrinale, monsignor Armando Matteo. È stata loro la firma, lo scorso dicembre, della discussa dichiarazione “Fiducia supplicans” con cui sono state autorizzate per la prima volta le cosiddette benedizioni pastorali delle coppie formate da persone dello stesso sesso. Un provvedimento che ha creato una vera e propria rivolta interna alla Chiesa, specialmente in Africa e che è stato respinto anche dalla Conferenza episcopale della Nigeria, il Paese d'origine di coloro i quali sono stati ricevuti oggi e ai quali il Papa ha chiesto di "non chiudersi nella propria cultura". Francesco, nel corso di un incontro coi preti romani a gennaio, aveva risposto ad una domanda proprio sulla non applicazione di "Fiducia supplicans" sostenendo che è la cultura africana a non accetterlo.

La salute

Ma come sta il Papa? Dopo il silenzio della domenica delle palme, sebbene si sia poi fermato a salutare i cardinali presenti in piazza e la folla, se lo chiedono tutti. Chi è abituato a vederlo da vicino tende ad escludere scenari peggiori, pur ammettendo che non è al massimo delle forze. Sulle condizioni del Papa ha parlato oggi Franco Pasqua, responsabile della Riabilitazione dell'Irccs San Raffaele di Roma, a Il Giornale. In un'intervista a Enza Cusmai, il medico ha detto che le bronchiti frequenti "se si moltiplicano anche a distanza ravvicinata fanno aumentare il rischio per una persona fragile, molto anziana con precedenti importanti a livello polmonare".

Per Pasqua, il Pontefice dovrebbe indossare la mascherina perché "ha molti contatti con altre persone che possono trasmettergli virus che su di lui possono fare danni", consigliando il dispositivo ai suoi collaboratori magari dietro le quinte. L'esperto ha definito Bergoglio "un paziente con bronchite cronica con frequenti episodi di riacutizzazione che possono andare dalla banale influenza alla polmonite".

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