Le veline della canoa: «Noi fotomodelle? Ora vogliamo il podio»

Probabilmente a Londra non saliranno sul gradino più alto, ma l'oro per la bellezza nessuno può toglierlo a Sara Bertolasi e Claudia Wurzel. Al punto che in tanti si sono chiesti perché alla sicura carriera di modelle preferiscano invece il più faticoso e poco remunerativo «due senza femminile» del canottaggio italiano. Certo, un posto di rilievo nella storia dello sport italiano se lo sono ritagliato, qualificando per la prima volta all'Olimpiade una barca di punta, il due senza, l'armo più tecnico, che richiede ritmo, progressione, potenza e sincronia abbinata all'eleganza dei movimenti. «Ora vogliamo la finale. Il premio più giusto per il nostro percorso di crescita», afferma la 24enne Sara, nata a Busto Arsizio che, dopo aver praticato il ciclismo nel 2006 si è avvicinata al canottaggio, prima nel «4 senza» e dal 2010 con Claudia nella barca a due posti.
Galeotto fu il lago di Como e la Canottieri Lario dove la mora e la bionda si sono incontrate: Claudia, 25enne, padre tedesco e mamma svedese, seguendo la spinta degli amici, comincia col canottaggio a 14 anni e vince due ori mondiali nel 2005 (juniores) e nel 2008 (under 23); Sara invece lascia le due ruote per mettersi a vogare. «Il bello è che il colore dei capelli era la differenza meno marcata tra noi» afferma la bustocca che in barca è la capovoga, quella che dà il ritmo, «perché io sono rigida, pignola, precisa a volte fin troppo, mentre Claudia è sbadata ed estrosa all'eccesso». La replica scherzosa di Claudia è immediata: «Sara certe volte rompe davvero, ma almeno abbiamo sconfitto il cliché dell'italiana svagata e della tedesca tutta razionalità. Per noi è il contrario».
In barca però, dove contano l'alchimia e la comunione d'intenti, è esplosa la magia che il primo settembre 2011 ai Mondiali in Slovenia ha permesso loro di staccare lo storico pass per Londra, con la vittoria nella finale B. «Quando abbiamo cominciato prendevamo 10» dalle prime, un'enormità, ora incominciano a temerci, anche se inglesi, neozelandesi, romene e australiane sono fuori dalla nostra portata e ce la giocheremo invece con argentine e tedesche» precisa Sara, laureanda in Management delle imprese sportive, mentre la tedesca Claudia, specializzanda in Economia politica delle Istituzioni europee dopo la laurea conseguita nella prestigiosa Ohio Stete University, confessa di aver provato «un'emozione fortissima al Quirinale alla consegna del tricolore di fronte al Presidente della Repubblica e adesso mi viene la pelle d'oca pensando alle gare a Londra del 28 e 30 luglio».
E pensare che tutto stava andando a rotoli quando Sara si era procurata una frattura da stress alle costole il primo settembre 2010, ma la voglia di esserci a Londra ha prevalso anche sul dolore. Claudia e Sara guardano già al dopo Londra.

«Subito la laurea e poi proverò a qualificarmi a Rio 2016 in un altro sport» sogna Sara. Claudia non si pone limiti: «Futuro da modella? E perché no? Sono sempre stata la più alta della mia classe e se me lo chiedessero non mi tirerei indietro».

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