Roma - Lui bacchetta, l'altro si scusa e poi arriva il buffetto del perdono. A sinistra continuano a volare gli stracci. Questa volta il motivo del litigio tra Pierluigi Bersani e Nichi Vendola è la Lega. E Bersani va giù duro contro il leader di Sinistra ecologia e libertà. "Dialogo o apertura alla Lega? Chi dice che non capisce, non capisce davvero. Questa è la nostra sfida alla Lega. Il manifesto con la spada di Giussano giù l’abbiamo fatto noi e non SeL". Lo ha detto Pier Luigi Bersani parlando alla Conferenza nazionale del Lavoro a Genova.
La bacchettata di Vendola La chiusura di Vendola è categorica: nessun dialogo possibile con la destra "razzista" della Lega ma nemmeno con Giulio Tremonti che "ha impoverito il paese". Il leader del Sel respinge le ipotesi di apertura del Pd al Carroccio, rilancia il tema delle primarie "che servono alla democrazia, non ai leader", mette in campo le proposte di Sel in tema di lavoro e precarietà e ribadisce che la sinistra sbaglia a mettersi sullo stesso terreno della destra per affrontare le grandi questioni del presente: "non è vero che si vince al centro - spiega - perchè i referendum e le amministrative hanno dimostrato che hanno perso tutte le destre, anche quelle collocate al centro e a sinistra". Il governatore della Puglia parla per quasi un’ora e mezzo di fronte ai delegati dell’Assemblea Nazionale e fa un bilancio di quasi un anno di vita del movimento nato ad ottobre a Firenze.
Vendola: "Sono contento per il chiarimento" Sono contento per questo chiarimento, per questa correzione che Pier Luigi Bersani ha fatto nei confronti della Lega". Lo ha detto Nichi Vendola interrogato dai giornalisti a conclusione del suo intervento all’assemblea nazionale di Sinistra Ecologia e Libertà. "Eravamo in tanti - ha aggiunto il presidente della Puglia - a non aver capito il senso delle proposte di Bersani alla Lega Nord. Ora sono felice che abbia chiarito. Se il tema è quello della sfida, allora siamo d’accordo. Naturalmente per noi si tratta di una sfida politica e culturale contro la Lega Nord e contro il centrodestra, contro quella cultura politica e quel blocco sociale che ha così pesantemente danneggiato il nostro Paese".
Attacco al governo "Lasceranno l’Italia con il cappio al collo", ha proseguito il leader del Pd. "Ma quali conti a posto", ha incalzato il segretario del Pd, "vengano in parlamento e parlino. Il gioco delle tre carte non si può più fare. Di balle non si possono raccontarne".
"In atto un cambiamento" È avviata, per Pier Luigi Bersani, una fase di cambiamento: "C’è un sommovimento e sta avvenendo dopo le amministrative e i referendum che hanno dato un risultato inaspettato. Questa parola, inaspettato, è stata detta molto frequentemente nelle analisi ma vi chiedo, inaspettato da chi?". Bersani si toglie "un sassolino dalla scarpa" a nome di tutto il partito e ricorda le battaglie operaie dell’autunno, le battaglie della scuola, "la trasmissione di Fazio con Saviano che ha portato 10 milioni di spettatori", infine piazza San Giovanni "mai così piena" e "la straordinaria risposta, sentimentale e di popolo al centocinquantenario dell’Unità d’Italia".
"Le amministrative che hanno tirato la palla al referendum, ci hanno detto che cambiare e ’ possibile - ha detto Bersani -. Non so se le amministrative fossero andate diversamente, se ci sarebbe stato quel risultato al referendum. Ma un sommovimento positivo ha dato i suoi frutti".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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