Vespa, Garimberti e D'Alema contro Berlusconi

Il presidente di viale Mazzini sveste i panni di "arbitro imparziale" e risponde alle accuse del premier: "In tutte le democrazie occidentali le tv pubbliche criticano partiti e governi". Martedì Masi in Vigilanza. La fiction batte Vespa: la sinistra si attacca all'audience, D'Alema critica

Vespa, Garimberti e D'Alema contro Berlusconi

Roma - Il presidente della Rai scende dal seggiolone di arbitro imparziale e attacca Berlusconi. Oggetto del contendere le dichiarazioni del premier ieri sera nel salotto di Porta a Porta: "La Rai è pagata con soldi pubblici, è l'unica tv al mondo ad attaccare solo la maggioranza". Pronta la risposta del presidente di Paolo Garimberti: "Il servizio pubblico, come dice la parola stessa, è al servizio di tutti i telespettatori, quali che siano le loro opinioni. Completezza e pluralismo dell’informazione ne sono i principi fondanti e non possono non essere il metodo di lavoro delle nostre redazioni. Il diritto di critica al nostro operato è legittimo, la delegittimazione sistematica e l’insulto no".

Libertà In una nota il presidente di viale Mazzini accusa: "In tutte le democrazie occidentali le tv pubbliche sovvenzionate dal canone criticano governi, coalizioni, partiti e singoli politici senza che nessuno gridi allo scandalo. Gli uomini pubblici e di governo che pensano che la Rai debba astenersi dal riportare critiche alla loro parte scambiano il servizio pubblico con le televisioni di Stato che operano in regimi non democratici. Per questo gli attacchi a singole trasmissioni della Rai e gli insulti ai suoi giornalisti vanno respinti con la massima fermezza: come ieri l’ho espressa a Vespa per le offese che gli erano state rivolte, oggi la mia solidarietà - dice ancora il presidente della Rai - va a RaiTre, a Ballarò, a Report, ad AnnoZero e a tutti i lavoratori del servizio pubblico attaccati ieri proprio nella trasmissione di Vespa".

Martedì Masi in Vigilanza La commissione di Vigilanza sulla Rai ascolterà martedì il direttore generale Mauro Masi: lo ha deciso oggi l’ufficio di presidenza della Bicamerale. La proposta di audire Masi, dopo le polemiche legate alla messa in onda di Porta a Porta ieri in prima serata, con il contestuale spostamento di Ballarò e ai risultati di ascolto ottenuti dal programma di Vespa, è stata avanzata dal capogruppo del Pd in commissione, Fabrizio Morri, e condivisa - a quanto hanno riferito i partecipanti alla riunione - dal presidente Sergio Zavoli, dai rappresentanti dell’opposizione e anche da quelli del Pdl, che hanno chiesto però che si affrontino vari temi, dal piano industriale al contratto di servizio, alle nomine per Raitre e Tg3.

Polemica in bicamerale "Se Ballarò fosse andato regolarmente in onda e poi ci fosse stato Vespa in seconda serata - ha argomentato Morri dopo la riunione dell’ufficio di presidenza - la Rai avrebbe fatto il pieno di ascolti. Modificare il palinsesto è stata una scelta sconsiderata e il flop di ascolti configura un possibile danno alla Rai". La proposta di ascoltare Masi in Vigilanza è stata accolta da Pdl e Lega, che hanno posto però alcune condizioni, in primis che l’audizione "non diventi un processo al direttore generale", come ha spiegato il segretario della commissione, Davide Caparini, esponente del Carroccio. "Niente aggressioni in stile Di Pietro" gli ha fatto eco il vicepresidente della commissione, Giorgio Lainati. "Abbiamo chiesto - ha chiosato il capogruppo del Pdl in Vigilanza, Alessio Butti - che si parli non solo degli argomenti alla ribalta della cronaca, ma anche del piano industriale, del nuovo contratto di servizio e soprattutto dei motivi per cui vengono procrastinate le nomine a Raitre e Tg3: ci chiediamo se tutto dipenda dal congresso del Pd". "Si tratta di una colossale sciocchezza - ha replicato Morri - perché il Pd ha ben altro a cui pensare e non sta discutendo delle nomine a Raitre e al Tg3. Lo chiedano a Masi, l’unico titolato a proporre le nomine in cda".

Zavoli: valutare con serenità La Vigilanza acquisisca gli elementi per una ’serena e completa valutazione dei criterì adottati dalla Rai sui casi al centro delle cronache.

È il ’doverè sottolineato oggi da Sergio Zavoli, presidente della commissione, nel corso dell’ufficio di presidenza che ha deciso l’audizione del direttore generale Mauro Masi per mercoledì 23 settembre. L’ufficio di presidenza ha poi confermato l’audizione dei direttori di testata e dei conduttori di rubriche d’informazione.

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