Dal Vesuvio la pittura di duemila anni fa

In attesa della prossima riapertura della Casa di Augusto sul Palatino, che ha conservato pitture di straordinaria qualità, possiamo riempirci gli occhi di colore nel Museo di Palazzo Massimo alle Terme con la mostra «Rosso pompeiano. La decorazione pittorica nelle collezioni del museo di Napoli e a Pompei» (fino al 30 marzo 2008). Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli è considerato il più importante nel suo genere per la presenza dei numerosissimi affreschi provenienti dalla zona vesuviana, Ercolano, Stabia e soprattutto Pompei, la cui pittura è stata suddivisa in quattro gruppi storici, noti come i quattro stili, che vanno dal I secolo a.C. al I secolo d.C. Ma anche il museo romano ospitante conserva i più begli esempi pittorici ritrovati a Roma nelle ville di Livia a Prima Porta, della Farnesina e a Castel di Guido. Il confronto viene spontaneo e rivela un comune gusto per la decorazione parietale che si ispirava al mondo greco. Ben 108 sono gli affreschi prestati da Napoli, una quantità notevole motivata dai lavori di risistemazione della sezione pittorica del museo partenopeo (attualmente in gran parte chiusa), che ha portato anche ad un restauro delle superfici pittoriche e al rifacimento dei supporti di epoca borbonica con materiali più leggeri. Tra i restauri più riusciti c’è quello del bellissimo affresco con Teseo vincitore sul Minotauro, dalla Basilica di Ercolano, riportato alla sua completa integrità. Paragonato dagli antichi scavatori alle opere di Raffaello, fu tra i primi ad essere staccato nel Settecento subito dopo il suo rinvenimento.
Il percorso espositivo, valorizzato da un accompagnamento musicale, è stato suddiviso in temi, dal teatro ai miti, ai riti, alle nature morte, ai ritratti. Tra i pezzi più belli è il fregio con Arimaspe e grifo, proveniente dalla celebre Villa dei Misteri. Oltre ai quadri della collezione storica di Napoli, possiamo avere un’ulteriore conoscenza della pittura pompeiana grazie ai due triclini di Moregine, di età neroniana, scoperti nel 2000 e recentemente recuperati e restaurati.

Intere pareti, a sfondo rosso in un caso e nero nell’altro, decorate con figure di eccezionale finezza, permettono di rendersi conto della reale dimensione e della ricchezza degli ambienti delle ville pompeiane, così come il giardino dipinto della Casa del bracciale d’oro, che può essere paragonato al triclinio estivo della villa romana di Livia per il gusto naturalistico che accosta uccelli a piante rigogliose in un’atmosfera sognante. Orario: martedì-domenica, 9-19,45.

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