La Vienna felix di Cardini, splendida e tragica come Sissi

Occhio da storico e cuore da narratore raccontano al meglio la città austriaca

La Vienna felix di Cardini, splendida e tragica come Sissi
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«Dici Vienna: e un'onda d'immagini, di suoni, di profumi ti assale. Colori, sapori, musica. I leggendari caffè, i grandi teatri, i compositori che l'hanno amata». Con tale incipit da grande scrittore si apre Vienna. A passo leggero nella storia (il Mulino, euro 19), la guida storica, topografica, museale e perfino gastronomica della capitale austriaca di Franco Cardini. Quasi 400 pagine fitte di aneddoti, curiosità e sempre con affascinanti lezioni di storia, come la raffigurazione della spietata distruzione della comunità ebraica del 1420-21 o il racconto della Guerra dei Trent'Anni, e ancora con la narrazione dell'Età di Francesco Giuseppe, e con l'appassionata rievocazione del destino doloroso e tragico di Elisabeth, Sissi, assassinata da Luigi Lucheni, un anarchico italiano, il 10 settembre 1898, pochi anni dopo il misterioso suicidio dell'erede al trono Rodolfo con la giovane amante, la baronessina polacca Maria Vetsera. L'autore partecipa al grande romanzo d'amore e di dolore che legò l'imperatore alla triste principessa bavarese, rievocato nei più sontuosi palazzi viennesi, la Hofburg e Schönbrunn col suo parco dove Sissi amava trascorrere il suo tempo lontano dalla corte.

Sulla scorta delle annotazioni di Claudio Magris in Danubio, nonché di Massimo Cacciari in Dallo Steinhof - ai quali è dedicato il volume - la Vienna di Cardini risorge ancora una volta meravigliosa, barocca e imperiale, capitale della musica e della modernità con la Sezession, con Klimt e Schiele, e con la Scuola Viennese del neopositivismo. L'autore si trasforma in musicologo entusiasta nel capitolo su Mozart, la sua vita, la sua musica, la sua cultura illuministica, illuminata, massonica. Cardini rievoca il mistico culto per un Egitto ideale, esoterico, iniziatico del Flauto magico, e l'improvviso, struggente afflato di «Viva la libertà» di Don Giovanni, ma anche i contadini, le cui voci già si accordano con le rivendicazioni che animarono la Rivoluzione. Presto Vienna dovette fare i conti con Napoleone, che, dopo aver sconvolto l'Italia, sconfisse ripetutamente l'Impero asburgico, giungendo a Vienna, dove elesse a suo elegante quartier generale Schönbrunn. Eppure nelle stesse stanze in cui l'Empereur dettava legge, nel giro di poche stagioni si sarebbe riunito il Congresso che segnò il culmine dell'influenza politica dell'Austria in Europa. Un trionfo che garantì al continente quasi un secolo di relativa stabilità, messa a repentaglio dai moti liberali della borghesia che invocava una partecipazione al potere. L'Impero, inoltre, dovette sperimentare, fino alla sua disintegrazione, il risveglio delle nazioni, quel sentimento patriottico, sovversivo e travolgente, alla radice di sommosse che avrebbero posto fine alla dinastia.

Cardini si conferma maestro di storia nelle illustrazioni di battaglie - come i due assedi da parte dei turchi nel 1529 e nel 1683, terminati con la sconfitta degli ottomani grazie anche ai soccorsi degli eserciti di quel che rimaneva del Sacro Romano Impero. Ma ciò che preme all'autore è la raffigurazione di Vienna al centro di una straordinaria cultura artistica e intellettuale. «In pagine come queste, dedicate alla storia di vicende politiche e quindi per forza di cose di palazzi, di case, di chiese, di musei, di vie, di piazze, di giardini, si parla sempre e soprattutto comunque di uomini». In questo parlare è il senso autentico e profondo della storia come racconto, rivisitazione del passato dalla prospettiva del presente, che redime la tradizione, che per Mahler «non è il rispetto delle ceneri, ma la memoria del fuoco».

Un fuoco che attraversa il racconto di Cardini su Vienna e la sua cultura che oggi rivive, dialetticamente, nelle invettive di Thomas Bernhard, il quale nel suo rapporto di amore e odio con la capitale danubiana ha rinnovato la stagione della ricerca estetica e filosofica da Hofmannsthal a Musil, da Freud a Wittgenstein. La Grande Vienna, quella di Karl Kraus e di Elias Canetti, trova in questo saggio un'importante introduzione.

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