Milano - Ma quanti gol deve fare il Milan per avere ragione del Cagliari? Forse è il caso di salutare il 4 a 3 di San Siro come un contributo decisivo allo spettacolo e alla rivoluzione tattica intrapresa dai berlusconiani. Bisogna anche aggiungere le lodi per le perle di Ronaldinho, la performance di Borriello e il gol sublime di Pato mettendo in un cantuccio la soddisfazione per i numeri, 16 punti nelle ultime sei, che danno spessore alla classifica incoraggiante. Eppure restano i quesiti legati alla scelta del Milan che continua a vivere pericolosamente sul precipizio senza curarsi, quasi mai, delle contromisure da prendere. E non è solo una questione di difesa ballerina e poco protetta come testimoniano i tre sigilli subiti da Dida.
Per esempio, per oltre un'ora il giovane Lazzari, sistemato da Allegri in posizione strategica tra le due linee milaniste, mette a ferro e fuoco la metà-campo rossonera senza che si alzi qualcuno, dalla panchina e dintorni, a suggerire un rimedio. Nemmeno gli interventi successivi di Abate e Strasser rendono più robusta la trincea. A questo proposito è bene parlar chiaro: il Milan non può fare a meno di Gattuso. Ma chi lo prende Lazzari, si chiedono in tribuna-stampa Castagner e cronisti di pelo antico? Nessuno, perché il Milan, ecco la spiegazione, è consapevole dei rischi corsi eppure non intende certo azzerarli con correzioni all'italiana. No. Vuole trasformare i suoi difetti in pregi prendendosi carico degli squilibri.
Forse perché se non è possibile vincere il torneo, nelle mani dell'Inter, almeno si può lusingare il popolo rossonero con il luna park, secondo la vocazione più autentica del suo patron. Ma sotto voce Allegri può anche lamentarsi per qualche episodio di segno contrario.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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