Viterbo - E' la madre adottiva del bimbo di 5 anni la donna fermata dalla squadra mobile di Viterbo per tentato omicidio e lesioni gravissime. Con il marito avevano ottenuto l'adozione nel novembre del 2009. Il brutale pestaggio che ha ridotto il piccolo in fin di vita sarebbe avvenuto pochi giorni fa. Il bambino si trova nel reparto terapia intensiva del policlinico Gemelli di Roma. Ha subito gravi lesioni alla testa e in altre parti del corpo. Secondo i medici che lo hanno in cura le sue condizioni andrebbero migliorando, tuttavia la prognosi è ancora riservata. Per le 11 è stata convocata una conferenza nella questura di Viterbo.
La denuncia di un passante Tutto comincia la sera del 2 febbraio scorso, quando un uomo chiama il 113 segnalando di aver visto
un bambino riverso in una pozza di sangue sulla strada che conduce dalla statale a una casa privata. Le
condizioni sono gravissime, tali da renderne necessari il trasporto in eliambulanza al Gemelli di Roma: era
stata la madre stessa, nel frattempo, a portarlo in ospedale con la propria auto ma il suo racconto
dell’accaduto insospettisce subito gli agenti della mobile, diretti da Fabio Zampaglione. "È stato investito - dice la donna - doveva fare la pipì, l’ho fatto scendere, sarei ripassata subito dopo",
ma appare del tutto inverosimile che un bimbo così piccolo possa essere stato lasciato da solo, al buio, in
una strada di campagna.
Le indagini delle forze dell'ordine La polizia sequestra l’auto della donna e, per scrupolo, anche quella del
testimone ma nessuna delle due vetture presenta segni di impatto o di trascinamento. La svolta nelle
indagini arriva due giorni fa quando il bambino, ricoverato in terapia intensiva viene sentito da un’equipe
specializzata in neuropsichiatria infantile e da personale della mobile. Il piccolo, terrorizzato racconta di
aver fatto quella sera "una marachella" e per questo di essere stato percosso violentemente dalla mamma
che lo avrebbe sbattuto più volte in terra e colpito con un oggetto (procurandogli gravi lesioni alla testa e
agli organi interni, soprattutto al fegato): "ti ammazzo, ti ammazzo" gridava la madre durante
l’aggressione. Il racconto viene ritenuto attendibile dalla procura e nella serata di ieri scatta il fermo della
donna, ora rinchiusa nel carcere di Civitavecchia.
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