I corvi vanno a schiera, l'aquila vola sola, appunto L'aquilotto Emporio Armani vola alto ma nella sua boarding pass c'è un mondo. Quale emozione le dà aver creato un simbolo e una collezione così forte nel 1981?
«Un misto di stupore, orgoglio ed entusiasmo. Non avrei mai immaginato che il disegno dell'aquilotto, buttato giù in fretta e senza troppo pensare, potesse diventare un simbolo così noto e riconoscibile. Allora, la scelta di lanciare l'Emporio Armani era stata molto criticata e sono felice di essere andato avanti per la mia strada. Oggi con un rinnovato entusiasmo, a questo marchio che torna alle origini con un messaggio forte e incisivo, ho deciso di dedicare un grande evento».
Lei è stato il primo a rispondere alla necessità dei giovani di vestire con stile e praticità spendendo il giusto. Oggi si parla di fast fashion ma il successo di Emporio Armani dimostra che l'intuizione di una moda democratica ha precorso i tempi. Quale sarà la visione futura che tutti indirizzano verso i millennials?
«In effetti con Emporio Armani, in tempi non sospetti, cercai di raggiungere il mondo dei giovani offrendo una collezione ricca di idee e soluzioni, di prodotti che fossero più accessibili. Oggi quella dell'accessibilità è la strada percorsa da molti marchi: i giovani cambiano idea velocemente e l'offerta deve stare al passo. Sono certo che nel futuro, come sempre, saranno la ricerca, un design originale che rispecchia una visione coerente, e la qualità ad avere la meglio».
Di tutti gli invitati a questo grande evento previsto nell'hangar di Linate, quali giovani vorrebbe a bordo del suo aereo carico di creatività?
«Emporio Armani è per sua natura aperto e inclusivo. Vorrei quindi a bordo giovani provenienti da tutto il mondo con la loro freschezza e la loro energia. Il loro punto di vista per me è di grande stimolo e ispirazione».
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