Milano - Si è chiusa alle 22 la prima giornata di votazione per i referendum abrogativi. I seggi riaprono lunedì, dalle 7 alle 15. I quesiti per i quali gli italiani sono chiamati a esprimersi riguardano il ritorno alla produzione dell'energia nucleare, la gestione ai privati dei servizi idrici e il profitto sull’acqua, il legittimo impedimento per i processi. A urne chiuse partirà lo spoglio. Gli italiani chiamati alle urne sono oltre 47 milioni. La sfida, com'è noto, è tutta sul raggiungimento del quorum: per essere valido, a votare per ciascun referendum deve presentarsi la metà più uno degli aventi diritto.
L'affluenza alle 22 Partiamo dai primi due quesiti sull'acqua (i dati sono forniti dal Viminale). Il primo vede un'affluenza pari al 41,14%, il secondo al 41,14%. Il quesito sull'energia nucleare fa registrare un'affluenza alle urne pari al 41,11%. L'ultimo quesito, quello sul legittimo impedimento, vede un'affluenza pari al 41,11%.
L'affluenza alle 19 Per il primo quesito sull'acqua l'affluenza alle urne alle 19 era al 30,34%. Per il secondo sull'acqua era al 30,34%. Il quesito sul nucleare era al 30,32%. Quello sul legittimo impedimento era al 30,33%.
L'affluenza alle 12 Il dato registrato alle 12 di questa mattina risultava superiore all'11%. Nel dettaglio, per il primo quesito sull'acqua la percentuale di affluenza è stata dell'11,64%, per il secondo quesito dell'11,64%, per quanto riguarda il quesito sul nucleare era dell'11,63% mentre per quello sul legittimo impedimento era dell'11,63%. E' stata la terza affluenza pià alta nella prima mattinata di votazioni sui referendum: più elettori di così si erano registrati solo nel maggio 1974 sul divorzio (17,9% alle 11 del primo giorno) e nel giugno 1978 sul finanziamento pubblico dei partiti e legge sull’ordine pubblico (12,6%).
I politici che hanno votato Alle urne si sono già recati diversi esponenti politici, come Bersani, Di Pietro, Zaia, Vendola, e anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che è andato a votare al solito seggio del Rione Monti di Roma, in Via Panisperna. Il capo dello Stato è stato accolto dal saluto dei numerosi cittadini sia all’esterno che all’interno del seggio.
Si gioca tutto sul quorum Domani, invece, nessuna rilevazione intermedia: "battiquorum", dunque, fino alle 15 quando si saprà se è stato raggiunto o meno il numero minimo di partecipazione al voto per la validità della consultazione referendaria.
Chiusi i seggi, infatti, arriverà il primo "verdetto" del Viminale sulla validità della consultazione refeerndaria (la partecipazione al voto del 50%+1 degli elettori in ciascuno dei diversi referendum) prima dell’inizio dello spoglio e quindi della proclamazione del risultato: vittoria dei sì o dei no. Il conteggio dei sì e dei no Se infatti il quorum non venisse raggiunto, la consultazione sarebbe proclamata nulla. E verrebbe dichiarato nullo anche lo scrutinio dei "sì" e dei "no" anche se per prassi poi le schede vengono controllate e il risultato reso noto comunque. Nel caso in cui il quorum fosse mancato per poco, non è escluso un periodo di "sospensione" del risultato che potrebbe durare da lunedì a giovedì. Solo allora, infatti, si riunirà, l’ufficio centrale della Cassazione per i referendum a cui spetta la proclamazione del risultato: valido/non valido, vittoria dei sì o dei no. E i promotori hanno già preannunciato istanze alla Suprema Corte per il ricalcolo e l’abbassamento del quorum qualora l’astensione all’estero risulti determinante. In considerazione del mancato voto all’estero sul nucleare per la ristampa all’ultimo momento delle schede.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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