"Al voto con Monti premier" Ma Bocchino ci è o ci fa? E anche Fini lo critica

Contatti tra Pdl e Terzo Polo per una tregua. Ma Bocchino: "Costruiamo un'alleanza col Pd e candidiamo Monti". Il Pdl: "Giocano allo sfascio"

"Al voto con Monti premier" Ma Bocchino ci è o ci fa? E anche Fini lo critica

Bisogna leggere tra le righe di un retroscena apparso oggi sul Corriere della Sera per farsi un'idea delle prossime mosse a cui stanno lavorando i falchi finiani. In prima linea il futurista Italo Bocchino che, scomparso dai salotti buoni della televisione, sta preparando quella che lo stesso quotidiano di via Solferino definisce una "gara aggressiva". In vista delle elezioni, l'esponente del Fli propone al Pdl un asse con il Terzo Polo senza, però, la possibilità di esprime il leader della coalizione oppure - e questa è la bomba - i centristi costruiranno "un'alleanza con il Pd che preveda Monti come candidato a Palazzo Chigi". Rimescola le carte, Bocchino, proprio quando si aprono spriragli sia dal Terzo Polo sia da autorevoli esponenti del pdl per lavorare a una "costituente dei moderati". Costituente che lo stesso coordinatore Angelino Alfano aveva chiesto ispirandosi al Ppe di Bruxelles.

Per ora c'è stata solo una telefonata tra Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi. Una telefonata cordiale e di circostanza dopo pochi minuti che il Cavaliere aveva fatto tappa al Quirinale per consegnare le dimissioni a Giorgio Napolitano. Tutto il resto sono boatos e rumors. Quanto ci sia di vero nessuno lo sa con certezza. L'idea di un nuovo centrodestra piace a molti, ma infastidisce ad altrettanti. "Adesso il Pdl e il Terzo Polo possono ragionare insieme nell’ottica di una rinnovata prospettiva all’interno del centrodestra", ha spiegato in una intervista al Mattino il sindaco di Roma Gianni Alemanno che proprio ieri ha presentato insieme a Fini la nuova metro capitolina. Il numero uno del Campidoglio non è il solo a pensarla così all'interno del Pdl. "Da De Gasperi a Berlusconi ogni volta che i moderati si sono alleati hanno ottenuto larghe maggioranze nel Paese e in Parlamento", ha spiegato l’ex ministro Claudio Scajola al Secolo XIX dicendo apertamente che "da oggi riparte il tentativo di molti, certamente il mio, di dare vita a una costituente dei moderati".

Ma cosa c'è dietro a tutto questo? Con Berlusconi che assicura che il Pdl farà la propria parte rispetto al Governo Monti per traghettare il Paese fuori dalla crisi economica. E con Fini che invita tutti quanti a "non rivangare il passato". Perché, mentre la Lega decide di fare aperta opposizione al governo tecnico, sia il Pdl sia il Terzo Polo aprono al dialogo. Dove porterà non si sa: molti i punti di contatto, ma molte anche le ditanze ancora da azzerare. Proprio oggi il Giornale riportava l'idea di alcuni colonnelli del Pdl secondo i quali Pier Ferdinando Casini vorrebbe "riallacciare i fili del vecchio centrodestra passo dopo passo, estromettendo i berlusconiani doc e gli ex An di stretta osservanza" come Ignazio La Russa e Maurizio Gasparri. L'intento del leader Udc sarebbe, quindi, di mettere le mani sul Pdl. Secondo altri boatos, invece, sarebbe Fini a giocare un vero e proprio ruolo di king maker: l'obiettivo del presidente della Camera sarebbe quello di porsi come interlocutore dei transfughi berlusconiani.

Una cosa sola è certa: i centristi stanno giocando su più tavoli. E' lo stesso Bocchino a spiegarlo al Corsera. "Berlusconi deve trattare con noi - ha detto il falco del Fli - questa è la sua sola opzione. Noi invece ne abbiamo tre: accettare l'intesa con il Pdl, che però non potrà a quel punto esprimere il candidato premier; andare alle urne come Terzo Polo, per essere determinanti al Senato dopo il voto". Oppure - e questa è la terza via avanzata da Bocchino - costruire "una alleanza con il Pd che preveda Monti come candidato a Palazzo Chigi". Un'opzione, quest'ultima, che ha fatto infuriare non poco i vertici di via dell'Umiltà. Denunciando che il Fli "gioca allo sfascio", Daniele Capezzone risponde "con chiarezza" che "il tentativo Monti viene messo irresponsabilmente a rischio". Per il momento, infatti, la posizione del Popolo della Libertà resta netta: "Mentre il capo dello Stato cerca di condurre in porto una delicata intesa politica, mentre il Pdl e il centrodestra hanno agito e agiscono con massima responsabilità, c’è chi gioca allo sfascio". Immediata la reazione di Bocchino che ha parlato di provocazione ed è tornato ad invitare il Pdl ad "abbassare i toni dello scontro" e "approvare una nuova e condivisa legge elettorale".

E a criticare le dichiarazioni di Bocchino ci ha pensato pure il suo leader.

Quel Gianfranco Fini che ai suoi avrebbe bollato come "un errore" la provocazione di Bocchino, precisando poi che: "Il governo Monti se nascerà, e nascerà, non deve vincere le elezioni ma affrontare una grave emergenza".

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