Primi ciak a Montelepre (Palermo) per «Sins Expiation». La storia del bandito di recente rispolverata anche con l'apertura di un'inchiesta sul giallo della sua morte non c'entra nulla. Al centro della trama la mafia italo-americana
Nuovo colpo di scena sul caso del bandito creduto morto per 60 anni e sul quale la Procura di Palermo ha riaperto un'inchiesta nei mesi scorsi. Nel 1950, 17 giorni prima della misteriosa uccisione, il Chicago Daily Tribune diceva che era negli States
Il primo esame sulla salma riesumata non scioglie i dubbi sull'identità dell'uomo che da 60 anni riposa nel cimitero di Montelepre. Il profilo genetico è compatibile con quello del nipote del leggendario personaggio, ma la Procura sospetta possa trattarsi di un parente
Gli esami sulla salma riesumata hanno dato esito positivo e dunque si potrà verificare se l'uomo sepolto è effettivamente il bandito accusato della strage di Portella della Ginestra o se invece si tratta del cadavere di un sosia usato per inscenare una finta morte
Iniziano le operazioni di riesumazione della salma del "re di Montelepre": la magistratura sospetta che non sia stato ucciso nella sparatoria con i carabinieri il 4 luglio 1950, ma in verità sia fuggito negli Usa. Serve l'esame del dna
La Procura di Palermo ha riaperto il caso dopo 60 anni nel tentativo di chiarire una volta per tutte i tanti buchi neri sulla fine del bandito accusato della strage di Portella della Ginestra. Il segreto di Stato sulla vicenda cadrà nel 2016