Fini risponde alla richiesta della maggioranza di sollevare un conflitto di attribuzione fra poteri dello Stato contro i magistrati milanesi che hanno rinviato a giudizio il premier: "Non è riconducibile in maniera immediata ai precedenti in materia". Sull'edizione di Repubblica oggi in edicola: "Quello di Fini non è un atto dovuto. Il processo non si blocca fino alla sentenza"
Camera dei Deputati
La maggioranza chiede alla camera di trasferire il processo di Milano al tribunale dei ministri. Ma il leader Fli potrebbe fare ostruzionismo impedendo all'assemblea di Montecitorio di votare la decisione. Intanto la procura di Roma oggi deciderà se rinviare a giudizio l'ex capo di An
Lettera congiunta di Cicchitto, Reguzzoni e Sardelli all'ufficio di presidenza di Montecitorio. "Sollevare il conflitto di attribuzione tra i poteri dello Stato in difesa della Camera" davanti alla Consulta. In sostanza è la richiesta che i deputati votino sull'assegnazione al tribunale dei ministri, con precedente autorizzazione a procedere, il processo contro Berlusconi: "Capi d'imputazione illogici e infondati". La palla passa a Fini e all'ufficio di presidenza che, per prassi, sceglie se far votare l'aula. Come andrà?
Nella dichiarazione di voto finale sul decreto Milleproroghe prende la parola Di Pietro, che come al solito se la prende con Berlusconi. Fini lo ferma perché in aula manca il governo. Poi scoppia la lite tra il presidente di Montecitorio e il capogruppo del Pdl, che attacca: "Insostenibile la sua situazione"
Oltre ai deputati che hanno deciso di lasciarlo, anche il leader dell'Idv si scaglia contro Fini e parlando del suo doppio ruolo dice: "Nel momento in cui si costruisce un partito è meglio fare il centravanti di sfondamento che il regista. Al posto suo io mi sarei dimesso da presidente della Camera"
Abbandona anche l'ideatore del nome del movimento di Futuro e Libertà per l'Italia. Dopo i contrasti con il presidente della Camera e settimane di incertezza Barbareschi si iscrive al gruppo misto a Montecitorio
Luca Bellotti, deputato veneto di Futuro e Libertà, annuncia il suo ritorno nel Pdl. E la maggioranza ora può contare su 319 deputati a Montecitorio
Il deputato liberale, già iscritto al gruppo parlamentare Misto, passa con Iniziativa Responsabile e torna nella maggioranza. Adesso il governo vede quota 325
Il premier glissa sulle domande che riguardano il Rubygate e l'assalto giudiziario dei pm di Milano: "Non sono preoccupato". E rilancia l'azione di governo: "Finiremo la legislatura"
Il Terzo polo è già nei guai: il capogruppo a Palazzo Madama Viespoli si dimette contro la linea imposta dal leeader, che ha affidato il partito a Bocchino. Ma gli altri lo rieleggono: "Garantirà il posizionamento nel centrodestra". BLOG L'utima giravolta di Gianfry: parla come Di Pietro di Alberto Taliani