Kosovo

Caldo torrido, buio totale e rischio di morte altissimo. Ecco le condizioni disumane dei minatori in Kosovo.

Stefano Fasano
"Entriamo nelle tombe da vivi"

Il medico militare Ennio Lettieri davanti alla commissione parlamentare ha denunciato che il contingente italiano in Kosovo ha bevuto a lungo acqua cancerogena, ed è stata sottoposta

Raffaello Binelli
"Acqua e aria cancerogena ai nostri soldati in Kosovo"

L’Italia è in prima linea in Kosovo sin dall’inizio dell’intervento armato nel Paese, avvenuto nel giugno del 1999, ed è tra le principali nazioni che intervengono nella missione “Kosovo Force” (KFOR) con circa cinquecento militari di tutte le Forze Armate

Luigi Avantaggiato
Kosovo, tra i soldati italiani

Croci spezzate e loculi profanati. Sembrerebbe di essere a Mosul o in una qualunque ex roccaforte liberata dalle barbarie dello Stato islamico e, invece, siamo ad appena 700 km da Roma. In Kosovo. Si presenta così, quasi completamente devastato, il cimitero serbo ortodosso di Kosovska Mitrovica. Nella notte di venerdì, infatti, sono state distrutte oltre il 90% delle tombe ortodosse che si trovano nella parte sud della città. Divisa, dagli anni Novanta, in due municipalità antagoniste ed unita, solo apparentemente, da un ponte che è sempre stato teatro di furibonde tensioni. Nella parte settentrionale, infatti, la maggioranza della popolazione è serba ed ortodossa mentre, in quella meridionale, vivono gli albanesi di religione musulmana. A scoprire l’accaduto sono state proprio le persone che, dalla parte serba, hanno raggiunto la municipalità albanese per rendere omaggio ai propri cari. Un episodio di violenza interreligiosa che, dai pogrom anticristiani del 2004, non ha precedenti e che riaccende i riflettori sulla crescente radicalizzazione che sta vivendo la regione balcanica e, in particolare, il piccolo stato del "Kosmet", avamposto strategico per centinaia di jihadisti diretti in Europa e nelle polveriere mediorientali.

Elena Barlozzari
Croci spezzate: Kosovo in balia del radicalismo
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