Sgomberata l'unica famiglia che ancora occupava la struttura a Marigliano, nel Napoletano. Aveva la residenza, rilasciata dal Comune circa 8 anni fa
Immagini delle operazioni di sgombero e abbattimento di sette appartamenti abusivi e inagibili a Marigliano (Napoli)
Sette appartamenti abusivi e inagibili sono stati demoliti ieri a Marigliano, in provincia di Napoli. Sgomberata una famiglia con un minore che 8 anni fa aveva ottenuto la residenza in uno degli alloggi demoliti. Il blocco di abitazioni era stato acquisito al patrimonio comunale nel 2007, in seguito alla confisca a un imprenditore del posto
L'epidodio si è verificato a Marigliano. Solo una decina di giorni fa furono esplosi colpi di fucile contro un negozio sportivo. Indagano i carabinieri
Speranza e i figli vivono con un bambino di 3 anni senza acqua e corrente da 15 giorni. Il sindaco: “Li sgombereremo e demoliremo gli immobili”
Le immagini della struttura realizzata abusivamente e conferite al Comune di Marigliano dopo la confisca
A 64 anni batte la strada a ridosso delle campagne di Marigliano, in provincia di Napoli. Alina (nome di fantasia) dice di prostituirsi da quando il marito è costretto a letto per problemi di salute. Consuma rapporti sessuali in mezzo ai campi, all'interno di una casupola abbandonata ricoperta di lastre di amianto danneggiate. In quelle condizioni passa almeno sette ore al giorno. Vende il suo corpo mentre a pochi passi c'è chi, impassibile, lavora la terra
Batte una delle strade a ridosso delle campagne di Marigliano. La chiamano la "prostituta vecchia", è la più anziana tra le donne che vanno a vendersi in quell'angolo di periferia
Alina è la più anziana tra le decine di donne che quotidianamente, in pieno giorno, offrono il proprio corpo lungo le strade a ridosso della campagne di Marigliano, in provincia di Napoli. Il nome che le abbiamo attribuito è di fantasia. Dice di avere 64 anni e di fare la prostituta da 4 anni, da quando il marito è costretto a letto per problemi di salute. Si rifiuta di raccontare a microfoni accesi la sua storia (anche se in forma anonimo). È finita a battere la strada perché altrimenti non riuscirebbe a vivere. Racconta che ogni mese, tra l’affitto e le spese per il marito allettato, le restano 50 euro. Alina, per tirare a campare, offre prestazioni sessuali in una casupola abbandonata fatta di lastre di amianto danneggiate, nocive per la salute. Si consola pensando che l’anno prossimo tornerà nella sua Polonia. Si prostituisce, e lo fa in quelle condizioni, mentre a pochi passi c’è chi, impassibile, continua a lavorare la terra. Dalla sua alcova il viavai è continuo. Come lo è per le altre prostitute che si vendono lungo circa 5 km di strada. Molte sono originarie di diversi Paesi africani. C’è chi riferisce di non avere i documenti. Qualcuna sottovoce svela che è obbligata a prostituirsi. Lì non vuole starci, ma deve. Le servono soldi per la famiglia, altrimenti non può andarsene. Le prostitute vanno via nel pomeriggio, per poi tornare il giorno dopo, nello stesso posto, alla stessa ora e nell’indifferenza di tutti.