167 giorni di operazioni militari. Questo l’arco temporale del dispiegamento russo attivo in Siria
Dal Cremlino confermano la volontà di continuare a colpire i jihadisti. Restano i sistemi di difesa avanzati
L’annuncio del capo del Cremlino è arrivato ieri sera. Dopo poco meno di sei mesi dall’inizio dei raid russi contro lo Stato Islamico e Jabhat al Nusra, il 30 settembre del 2015, Vladimir Putin e il suo ministro della Difesa Sergej Shoigu, hanno ordinato il ritiro di gran parte delle forze armate di Mosca impegnate in Siria a partire dalla giornata di martedì, perché la missione sul territorio ha perfezionato tutti i compiti assegnategli, raggiungendo tutti gli obiettivi
Non è facile comprendere una Nazione geograficamente ampia e storicamente ricca come la Russia. Paolo Borgognone, giovane studioso di soli trentacinque anni, sembra avercela fatta. Nel suo Capire la Russia. Correnti politiche e dinamiche sociali nella Russia e nell’Ucraina postsovietiche, Borgognone ripercorre la storia del pensiero filosofico e politico di questo Paese. Dal titolo si comprende già come i destini della Russia e quelli dell’Ucraina siano legati a doppio filo (e non può essere altrimenti dato che la Rus’ – la forma embrionale della Russia – nasce a Kiev)
Da qualche tempo a Mosca non ne sbagliano una
Il presidente russo: "Credo che la missione del ministero della Difesa russo e delle Forze armate russe in Siria sia terminata. Ho ordinato di iniziare il ritiro di gran parte dei nostri militari, a partire da domani"
Da qualche settimana, Washington Post e New York Times stanno raccontando, con dovizia di particolari, le “imprese” libiche della candidata alla presidenza Usa Hillary Clinton. Ci sarebbe lei, infatti, dietro l’intervento in Libia del 2011
Un cantante turco, lasciato dalla fidanzata, si è lasciato andare a un gesto efferato. Ma per la legge è "malato di mente": niente carcere
I russi volevano che si sapesse. Più volte annunciato dal Cremlino nei mesi scorsi, i pattugliamenti strategici oceanici a copertura di possibili obiettivi, sono ufficialmente ripresi (in attesa dei sottomarini classe Borei che attendono la fine dei test sui nuovi missili Bulava per svolgere il loro ruolo primario)
“La Russia ha il dovere ed il diritto di rispondere in modo adeguato al progetto di Washington di aggiornare le sue bombe nucleari in Europa in violazione del Trattato di non proliferazione (TNP)