Fra acqua e terra: al Padiglione Italia la penisola vista dal mare (con intelligenza)

Ecco la "Wunderkammer" curata da Guendalina Salimei

Fra acqua e terra: al Padiglione Italia la penisola vista dal mare (con intelligenza)
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Appuntamento il 9 maggio, alle Tese delle Vergini dell'Arsenale di Venezia, per entrare nella «Wunderkammer del Padiglione Italia» della 19esima Biennale di Architettura. La definizione è della sua curatrice, l'architetta Guendalina Salimei che ieri a Roma, occhialetti tondi blu e parlata sciolta, ha detto che l'allestimento del padiglione dal titolo Terrae Aquae. L'Italia e l'intelligenza del Mare somiglierà a una macchina di esplorazione, con spazio al digitale ma tanto anche al disegno tradizionale, ai plastici, ai modellini, ché le cose è bene toccarle con mano. L'idea di fondo: guardare il Bel Paese dal Mediterraneo, mappando quegli 8300 km di costa («la lunga strada di sabbia», diceva Pier Paolo Pasolini) imparando a mettersi in una prospettiva diversa. Per farlo, su modello del metodo di Carlo Ratti che quest'anno dirige la Biennale Architettura dedicata ai diversi tipi di intelligenza (il titolo è: Intelligence. Naturale. Artificiale. Collettiva), Salimei ha avviato e chiuso da pochi giorni una open call che ha fatto il pieno di progetti (seicento, pare) tra scienziati, studiosi, artisti ma anche amministrazioni pubbliche e scuole, per ripensare in concreto il rapporto tra terra e male.

Il Padiglione con il sostegno di 800mila euro arrivati dal Mic e Banca Ifis come sponsor - sarà una sintesi, riveduta e corretta, delle proposte ricevute: analizzerà in particolare alcune criticità, «cesure» le definisce Salimei, che cita poi le zone portuali, a lei ben note, visto che ha ridisegnato il porto di Napoli e ha lavorato a Cagliari e Bari, «e tutte quelle aree di soglia, come dighe, moli, fari piattaforme che sono molto stimolanti per noi architetti». Con un approccio interdisciplinare, tutte queste zone «possono essere ripensate in un'ottica di maggiore sostenibilità grazie all'intelligenza collettiva», conclude.

Venezia dove giusto ieri il Mose ha gestito bene l'acqua alta è il laboratorio ideale per ripensare il confine tra terra e acqua come sistema integrato di architetture, infrastrutture e paesaggio: sarà ricco il programma di dibattiti, seminari e conferenze del nostro Padiglione, per una Biennale che vuole essere sempre più diffusa tra le calli della Serenissima.

«Questo progetto indaga su una nostra dimenticanza: l'antica legge del mare ha detto Pietrangelo Buttafuoco, che della Biennale è il presidente - Dal Mediterraneo veniamo e solo dal Mediterraneo possiamo partire per riprogettare il futuro».

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