Con il termine epilessia si indica un disturbo cronico del cervello caratterizzato dalla presenza di crisi epilettiche spontanee e ripetute. Una crisi epilettica è una scarica elettrica anomala che si verifica all'interno della sostanza grigia e che altera in maniera temporanea la normale funzionalità cerebrale. Si possono così manifestare alterazioni della coscienza, convulsioni e altri sintomi.
Si definisce epilettico un soggetto che ha avuto almeno due crisi spontanee. In Italia sono 500mila i pazienti. In tutto il mondo, invece, circa 65 milioni. Le diagnosi interessano soprattutto i bambini e gli adolescenti con inevitabili conseguenze negative sullo sviluppo psicomotorio. In questo articolo vedremo quali sono gli atteggiamenti giusti da adottare durante un attacco e quelli che, invece, devono essere evitati.
Le cause e i fattori scatenanti dell'epilessia
Nel 50% dei casi l'epilessia è idiopatica, ovvero non si conosce la causa della stessa. Nella restante casistica il disturbo è associato ad una serie di condizioni, tra cui: i danni cerebrali prima o dopo il parto, le anomalie dello sviluppo cerebrale, i tumori del cervello, l'ictus, i traumi cranici, il morbo di Alzheimer e le infezioni come la meningite e l'encefalite.
Esistono, poi, alcuni fattori in grado di favorire la comparsa delle crisi e che, per quanto possibile, dovrebbero essere limitati nella quotidianità di un paziente epilettico. Si pensi, ad esempio, all'insonnia, all'abuso di alcol e di caffeina, alla disidratazione, allo stress, al digiuno. Ancora agli sforzi fisici, all'uso di alcuni farmaci, agli sbalzi ormonali e a determinate stimolazioni visive.
I sintomi dell'epilessia
Una crisi epilettica generalmente dura cinque-dieci minuti e la sintomatologia varia a seconda della natura dell'attacco. Si distinguono crisi ad esordio generalizzato, ad esordio focale o parziale e ad esordio sconosciuto. Quelle più comuni sono di tipo generalizzato con convulsioni tonico-cloniche (grande male) e sono precedute da alcuni sintomi premonitori, tra cui cefalea, ansia e irritabilità.
La manifestazione chiave dell'epilessia è costituita dalle convulsioni ricorrenti alle quali si possono associare i seguenti sintomi: spasmi muscolari, perdita di coscienza, confusione, sguardo assente, tachicardia, sensazione di intorpidimento, di caldo o di freddo. Ancora alterazione dei cinque sensi, difficoltà a parlare, ansia e paura estrema.
Epilessia: cosa fare e cosa non fare
Quando si assiste ad una crisi epilettica la prima cosa da fare è mantenere la calma. Sebbene questa condizione possa spaventare, è opportuno sapere che nella maggior parte dei casi non comporta gravi conseguenze, fatta eccezione per le possibili cadute rovinose del paziente.
Tale eventualità è difficile da gestire. Tuttavia, quando il soggetto è steso a terra, il buon senso vuole che si ponga sotto la sua testa qualcosa di morbido (un cuscino, ad esempio) affinché durante le convulsioni non sbatta il capo sul pavimento.
Terminate queste ultime, si deve agevolare la respirazione slacciando gli indumenti e ponendo l'individuo su un lato con la testa ruotata al fine di facilitare la fuoriuscita della saliva schiumosa, una conseguenza questa molto frequente. La massima tranquillità è fondamentale durante la fase di recupero. Pertanto sono vietati assembramenti attorno al paziente e schiamazzi.
Alcuni atteggiamenti, invece, possono avere conseguenze gravi. Pertanto durante una crisi epilettica non si deve:
- Bloccare i movimenti
- Aprire la bocca per evitare il morso della lingua
- Somministrare acqua o farmaci.
L'intervento dei soccorsi è doveroso nel momento in cui una crisi si prolunga e quando non vi è una totale ripresa della coscienza.
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