Quali sono i primi otto sintomi del Parkinson: ecco a cosa fare attenzione

La tempestività è fondamentale per affrontare al meglio la malattia. Dal tremore alla perdita di olfatto, ecco quali sono i principali campannelli d'allarme

Quali sono i primi otto sintomi del Parkinson: ecco a cosa fare attenzione
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Quando parliamo di affezioni neurodegenerative, il morbo di Parkinson è sicuramente una delle più temute. La patologia colpisce il sistema nervoso centrale, e porta a progressiva perdita di controllo dei movimenti. Purtroppo si tratta di una malattia abbastanza diffusa, che ogni anno colpisce milioni di persone su tutto il globo, e la medicina si sta impegando molto per trovare nuove terapie che possano garantire una migliore qualità di vita ai tanti pazienti.

Quando si parla di approccio alla malattia, non si può non soffermarsi sull'importanta della prevenzione e della diagnosi precoce. Intervenire tempestivamente può davvero fare la differenza, ecco perché è importante saper subito riconoscere i segnali lanciati dal nostro corpo. Ci sono dei sintomi che sono caratteristici del morbo di Parkinson, ma che spesso vengono ignorati nelle fasi iniziali, cosa che fa ritardare la diagnosi. Sono otto i principali campanelli d'allarme degni di attenzione.

Un sintomo spesso sottovalutato è l'anosmia, ovvia la perdita totale o parziale dell'osfatto. Si tratta di uno segnale piuttosto comune del Parkinson, che arriva nelle fasi iniziali. Purtroppo i pazienti tendono a non dare troppo peso a questa manifestazione della malattia, finendo col sottovalutarla. Eppure, secondo gli esperti, si tratta di un vero e proprio segnale di allerta, che dovrebbe portare a prenotare subito una visita dal medico.

Anche la costipazione, ossia la difficoltà a evacuare, può essere un sintomo del Parkinson. Si tratta infatti di una chiara manifestazione di problemi pre-motori, che in questo caso riguarda la regolarità intestinale. Stando a quanto dichiarato dalla Parkinson's Foundation, i disturbi gastro-intestinali possono presentarsi addirittura anni prima dell'esordio conclamato della malattia.

Il tremore, invece, è forse il sintomo più comune associato al morbo. Non sempre si presenta nelle fasi iniziali, ma può capitare. Circa il 70-80% dei pazienti soffre di tremori, ma non è detto che l'assenza di essi escluda il Parkinson. Solitamente il tremore associato al morbo si presenta a riposo, quando la persona è in una situazione di riposo, per poi attenuarsi durante l'attività fisica, oppure il sonno. Esordisce da un lato del corpo, da un arto, e poi si estende, arrivando anche alle labbra, o alla mascella. Ci sono poi tremori che possono addirittura manifestarsi all'interno del corpo: esteriormente non li vediamo, ma il paziente li percepisce.

Un altro sintomo da ricordare è il disturbo del sonno, che può presentarsi con movimenti improvvisi e involontari, e alterazione del riposo. Si tratta di una condizone che deve essere ben studiata, specie se dura nel tempo.

Alcune persone affette da Parkison tendono a cambiare modo di scrivere. Le lettere diventano più piccole e contratte rispetto al normale. Ciò è causato dalle difficoltà motorie che derivano dalla malattia. Delle piccole variazioni nella grafia sono assolutamente normali, ma quando si manifestano in modo molto marcato, e sono associate ad altri sintomi caratteristici, allora c'è bisogno di esami più approfonditi, perché potrebbe trattarsi di Parkison.

Anche dei cambiamenti nel modo di muoversi sono riconducibili alla malattia. Inizialmente queste modifiche nell'andatura sono davvero minime, e si presentano con una lentezza nei movimenti e una generica rigidità muscolare. Si ha la sensazione di "piede trascinato". Anche altri gesti, come sorridere o sbattere le palpebre, possono richiedere un piccolo sforzo superiore alla norma.

Possono esserci dei cambiamenti nella voce, che può diventare più flebile, o piatta, con un ritmo meno fluido. C'è chi lamenta una difficoltà nell'articolare le parole. Questo è dovuto al fatto che anche i muscoli preposti alla fonazione incontrano delle difficoltà di coordinazione dovute alla malattia.

Infine troviamo l'ansia, se non addirittura la depressione.

Si tratta di due alterazioni della psiche che possono manifestarsi anni prima dell'esordio della patologia. A causare questo stato mentale non è qualcosa di psicologico: le cause, infatti, risiedono nell'alterazione dei livelli di dopamina e serotonina nel cervello.

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