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Il gol a porta vuota, metafora del Paese diviso

È la metafora degli egoismi individuali che rendono piccolo un grande Paese: non è compito mio, pensaci tu, datti da fare. Noi discutiamo e loro ci fregano

Il gol a porta vuota, metafora del Paese diviso
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Anatomia di un istante. E il fermo immagine di una partita di calcio internazionale diventa l'emblema di un Paese, l'Italia, che si divide su tutto, dalle armi all'Ucraina a chi-fa-cosa nell'esecuzione di un calcio d'angolo.

Il gol a porta vuota preso dalla Nazionale a Dortmund contro la Germania rientra nella fenomenologia di una nazione capace di dare il meglio di sé sull'orlo di un burrone ma che si ripiega nella svogliatezza e nella distrazione sulle piccole cose di tutti i giorni. «Neanche all'oratorio», «mai vista una cosa del genere», «inammissibile per undici professionisti». I social stanno ribollendo sul più classico degli episodi che compatta il bar sport anziché dividerlo.

Il portiere sventa un gol con una parata magnifica e inveisce, oltre la linea dell'area piccola, contro i compagni. Sette maglie azzurre, condensate in pochi metri quadrati, tradiscono con il linguaggio del corpo il loro momento di vuoto. Spalle girate, braccia aperte, occhi bassi o sguardo chissà dove. Non si accorgono delle due figurine bianche, i tedeschi ai margini dell'immagine, che calciano il corner e segnano mentre loro stanno dibattendo. È la metafora degli egoismi individuali che rendono piccolo un grande Paese: non è compito mio, pensaci tu, datti da fare. Noi discutiamo e loro ci fregano. Per forza, nessuno si è mosso per adempiere al proprio dovere.

Le brutte figure fanno sempre male soprattutto quando comportano gravi conseguenze, in questo caso l'eliminazione dalla Nations League. I pegni da pagare possono essere ancora ben più pesanti se proiettati in uno scenario internazionale dove l'Italia sta affrontando con scarso spirito unitario le emergenze belliche in Ucraina e Medio Oriente, oltre all'imminente tempesta sui dazi.

Da ognuno di noi ai governanti, non si può delegare il minimo compito che rientra nelle nostre competenze.

Sbagliatissimo aspettare che gli altri agiscano al nostro posto, fossero il collega di scrivania o gli alleati internazionali. I tedeschi sarebbero al nostro fianco in caso di costituzione degli Stati Uniti d'Europa. Ma intanto, mentre noi chiacchieriamo, raccolgono il pallone, fanno gol e ci mandano a casa.

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