C'è stato un periodo della sua vita in cui Lewis Hamilton pensava che a 40 anni si sarebbe dedicato ad altro. Non si vedeva ancora al volante di una monoposto. D'altra parte, nella Formula 1 moderna solo Nigel Mansell è riuscito a vincere una gara oltre i 40 anni, gli altri 8 ad avercela fatta sono tutti uomini del passato, quando Fangio vinceva i suoi 5 titoli Mondiali tra i 40 e i 46 anni e Fagioli riusciva pure a conquistare un gran premio a 53 anni. Era un'altra Formula 1. Prost, quando è arrivato a 40 anni, era fermo da due stagioni, Piquet dall'anno prima, Schumi da molto di più anche se proprio durante il suo quarantesimo anno gli venne un'incontrollabile voglia di tornare e furono solo i medici a bloccare il suo rientro in pista al posto dell'infortunato Massa. Ma il richiamo della foresta era stato così forte che, l'anno dopo, Ross Brawn riuscì a fargli tradire la Ferrari mettendolo sulla Mercedes, dove però non riuscì a migliorare il suo libro dei record. E la sua ultima vittoria resta quella ottenuta con la Ferrari nel 2006 in Cina a 37 anni.
I 40 anni non sembrano l'età giusta per vincere in Formula 1, anche se in pista c'è pure Alonso (44 a luglio) a non arrendersi alla carta d'identità. Ma Hamilton, pur senza abbracciare la filosofia di Bryan Johnson, il miliardario americano che seguendo folli regole di vita è convinto di non invecchiare (vedi il docufilm Don't Die su Netflix), ha la possibilità di sfondare anche questo muro. Ha vinto più di 100 gare, ottenuto più di 100 pole, eguagliato il record di 7 Mondiali di Schumi. Ora è destinato a diventare il decimo uomo a vincere una gara oltre i 40 anni. In fin dei conti ha la voglia di un ragazzino (vedi i suoi post) e si sta preparando come mai prima.
Il suo modello è LeBron James uno che ha appena superato per la 563esima volta i 30 punti in una partita e con il quale ha molto in comune a cominciare dalla battaglia per l'eguaglianza. Hamilton è ancora in pista perché gli hanno negato l'ottavo titolo nel 2021 e perché alla fine della storia ha trovato un allineamento dei pianeti impensato che finalmente gli ha aperto le porte della Ferrari, quel sogno che ha sempre raccontato di avere fin da bambino quando sceglieva l'auto rossa di Schumi alla Playstation. Ormai Sir Lewis Hamilton non è più solo un pilota.
È un'azienda con un business da 420 milioni, un guru della moda, un lottatore per i diritti delle minoranze, un modello di vita. Ma gli resta da realizzare il sogno di quel bambino: vincere guidando una Ferrari. Buon compleanno.
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