Caro Direttore Feltri, sto per laurearmi in Scienze giuridiche e fino allo scorso anno coltivavo il sogno di entrare in polizia. Ma ultimamente sto rivalutando seriamente questa scelta perché penso che, a fronte di sacrifici e rischi giganteschi, lo stipendio sia misero e, oltretutto, le forze di polizia (includo tutte le divise che provvedono all'ordine e alla sicurezza) non godano di un buon trattamento da parte della cittadinanza e anche da parte di certi politici. Non mi riferisco semplicemente agli insulti vergognosi contro i poliziotti che abbiamo udito in Piazza Duomo a Milano a Capodanno o ai consueti cori intonati nel corso delle manifestazioni. Parlo proprio di un atteggiamento ormai dilagante di assenza di considerazione verso un mestiere difficile e pieno di rischi. Lei, da padre, cosa mi consiglia?
Francesco Cogliandro
Caro Francesco,
se dovessi darti un consiglio da padre, così come tu solleciti, ti direi di lasciare perdere, di optare per un'altra strada, perché facendo il poliziotto non soltanto non si diventa ricchi ma si perde la salute. Il lavoro è snervante, stressante, talvolta frustrante, il tempo da dedicare alla famiglia poco, i sacrifici richiesti troppi, se si fa bene il proprio mestiere si rischia di essere processati per avere fermato un malvivente adoperando la forza, se si fa male, si viene comunque redarguiti. Non ci sono scappatoie. E non soltanto gli stipendi sono miseri, ma anche gli operatori della sicurezza sono obbligati a pagare di tasca propria gli avvocati nel momento in cui vengono indagati per avere magari sparato a un delinquente che stava per accoltellarli e che aveva già accoltellato altra gente.
Cronache di questo tipo sono frequenti e di certo tu le conoscerai bene. Non racconto nulla di fantasioso o irrealistico. Ti suggerirei di trovare un lavoro meno sfiancante e più soddisfacente dal punto di vista finanziario, il quale non ti esponga ogni giorno al rischio di perdere la vita. E ricordo che le aggressioni nei confronti gli agenti sono aumentate e continuano ad aumentare. Però se tu hai questa passione, credo che dovresti perseguire il tuo sogno di entrare a fare parte della polizia. Perché i sogni non vanno accantonati, potrebbero lasciare il posto al rimpianto, di solito amarissimo. A volte accade che non siamo noi a scegliere una professione e che sia questa a scegliere noi, e può darsi che questo sia il tuo caso, ossia che indossare la divisa e metterti al servizio della gente sia una tua vocazione. Ma soltanto tu puoi saperlo. Quindi rifletti bene su ciò che vuoi davvero.
Tu hai sollevato un problema che deve essere assolutamente affrontato. Nonostante siano stati accresciuti dal governo Meloni di alcune centinaia di euro già lo scorso anno e nonostante saranno ancora fatti lievitare nel 2025 e nel 2026, gli stipendi di poliziotti e carabinieri sono, a mio avviso, irrisori se consideriamo che essi sono costantemente esposti al pericolo di rimetterci le penne e che, di fatto, non sono affatto tutelati dal punto di vista giudiziario nel momento in cui, nell'ambito del servizio, siano costretti, obtorto collo, a sfoderare e usare l'arma da fuoco, come extrema ratio, al fine di preservare la sicurezza collettiva nonché per difendersi. Insomma, questo è il paradosso: per evitare guai dovrebbero farsi ammazzare o darla vinta al criminale di turno, facendolo scappare e ponendo a rischio la collettività. Non è indecente che avvenga tutto ciò in uno Stato di diritto? Non si configura in una tale situazione e in un tale scenario una sorta di abdicazione dello Stato alla delinquenza?
La sinistra, dal canto suo, conduce, ormai in maniera spudorata, una propaganda demolitrice e una campagna di diffamazione e di odio contro chiunque vesta la divisa. E penso che questo faccia male e produca danni ai nostri poliziotti, minando altresì l'autorevolezza, il prestigio e l'autorità del nostro ordinamento nella sua interezza. Ancora più dei compensi inadeguati, a pesare è questo ostruzionismo continuo riservato alle polizie.
Insomma, poliziotti e carabinieri non vogliono mica essere applauditi, ma neppure essere infangati ogni dì dai media e da opinionisti da strapazzo che ignorano i sacrifici richiesti ai servitori dello Stato. Lasciamoli lavorare e siamo loro grati. In fondo, se possiamo ancora sentirci al sicuro, è soltanto merito loro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.