Divisa tra dolore e speranza, la città rasa al suolo dal terremoto del 24 agosto scorso è ancora sommersa dalle macerie. Siamo stati ad Amatrice dove, ad un anno dalle prime scosse, solo il 10% dei detriti è stato rimosso e le casette tardano ad arrivare.
Occupazione abusiva a Civita Castellana: un'intera scuola di proprietà della regione Lazio è abitata da tempo. Si aspetta lo sgombero tra roghi interni, degrado e disagi per i cittadini. La scuola media Annessa è ridotta male: all’interno ci sono escrementi ed urina di cane, ma anche calcinacci e detriti. Ma è la situazione in generale, in realtà, a destare la preoccupazione dei residenti che, par cautelano, accettano di parlarci solo se protetti dall’anonimato: “Occupanti che litigano fra di loro, bivaccamenti e sporcizia lasciata nelle aree verdi limitrofe all’immobile ed il cattivo odore dei liquami gettati giù dalla finestra, così non si può vivere, è un vero schifo”. Una vicenda che inserisce Civita Castellana nel novero di quei paesi cui stanno "rubando l'anima". Una chicca del nord del Lazio, vittima di degrado urbano.Ennesima cittadella gioiello del nord del Lazio vittima di degrado urbano. Noi del Giornale.it siamo voluti entrare dentro lo stabile, travalicando per primi i confini del piano terra.
Questo non è il classico talent. Ecco i volti dei protagonisti della prima edizione del Reporter Day tragato "Gli Occhi della Guerra"
Croci spezzate e loculi profanati. Sembrerebbe di essere a Mosul o in una qualunque ex roccaforte liberata dalle barbarie dello Stato islamico e, invece, siamo ad appena 700 km da Roma. In Kosovo. Si presenta così, quasi completamente devastato, il cimitero serbo ortodosso di Kosovska Mitrovica. Nella notte di venerdì, infatti, sono state distrutte oltre il 90% delle tombe ortodosse che si trovano nella parte sud della città. Divisa, dagli anni Novanta, in due municipalità antagoniste ed unita, solo apparentemente, da un ponte che è sempre stato teatro di furibonde tensioni. Nella parte settentrionale, infatti, la maggioranza della popolazione è serba ed ortodossa mentre, in quella meridionale, vivono gli albanesi di religione musulmana. A scoprire l’accaduto sono state proprio le persone che, dalla parte serba, hanno raggiunto la municipalità albanese per rendere omaggio ai propri cari. Un episodio di violenza interreligiosa che, dai pogrom anticristiani del 2004, non ha precedenti e che riaccende i riflettori sulla crescente radicalizzazione che sta vivendo la regione balcanica e, in particolare, il piccolo stato del "Kosmet", avamposto strategico per centinaia di jihadisti diretti in Europa e nelle polveriere mediorientali.
Diverse fiaccole, ieri in Campidoglio, si sono accese per riportare l’attenzione sull’assurdo caso di Maria Noemi che – per colpa di un’ingarbugliata vicenda burocratica e giudiziaria – adesso rischia di esser sgomberata, assieme alla sua famiglia, dalla casa popolare assegnatagli nel 2006
Un pezzo di storia che rischia la demolizione: si tratta della tomba monumentale di Claretta Petacci. La denuncia arriva dal “Comitato Tutela Cimiteri Flaminio Prima Porta Verano Laurentino” che segnala “una situazione di degrado inaccettabile” dalla quale non sono dispensati “neanche i nomi consegnati alla storia” come quello di Claretta Petacci. La tomba dell’amante del duce, come denuncia il Comitato, “nonostante sia posta sotto la protezione della Sovraintendenza dei Beni Culturali, è oggi candidata alla demolizione”. Sulla questione ha preso posizione anche Fabrizio Santori, consigliere regionale del Lazio di Fratelli d’Italia, facendo “appello alla sindaca Raggi e a tutte le istituzioni interessate di adoperarsi affinché si eviti che il ricordo di Claretta o semplicemente il meraviglioso mausoleo Petacci possa essere relegato ad un cumulo di macerie”.
Nel porto vecchio di Trieste c’è un magazzino “speciale”. Le mura sono logorate da salsedine ed umidità ma, sulla facciata, si legge ancora il numero “18”. Divenuto famoso grazie allo spettacolo di Simone Cristicchi, questo luogo metastorico custodisce le masserizie dei nostri connazionali costretti a scappare alla fine della seconda guerra mondiale da Istria, Fiume e Dalmazia per sfuggire alla pulizia etnica e per non rinnegare la propria italianità
Una vera e propria levata di scudi – o meglio di matite e pennarelli – per rispondere all’ennesima boutade del giornale satirico Charlie Hedbo. L’idea era nata proprio qui – dalle nostre colonne – a lanciarla ieri era stato il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi chiedendo a tutti i vignettisti d’Italia di rispondere “a questa macabra provocazione con la vita”