“Sono anni che denuncio la gravità di questi fenomeni, che erano emersi in modo evidente anche in occasione dell’indagine sul caso Palamara. Ma direi che ormai abbiamo raggiunto il punto di non ritorno. Ieri ho visto il ministro Crosetto e abbiamo concordato sulla opportunità di una commissione parlamentare di inchiesta su quanto sta venendo alla luce”. Lo ha detto stamattina il ministro della Giustizia Carlo Nordio parlando dell’indagine sui dossieraggi realizzati all’interno della Procura nazionale antimafia.
Quello di Matteo Messina Denaro non è l'unico arresto avvenuto questa mattina da parte dei carabinieri del Ros nella clinica palermitana dove il superlatitante di Cosa Nostra si trovava per una seduta di chemioterapia. Negli stessi minuti in cui il Padrino veniva bloccato al bar della clinica, i carabinieri hanno bloccato e portato via un altro uomo. Si tratta di Giovani Luppino, proveniente da Campobello di Mazara: siamo nel Trapanese, la zona di provenienza di Messina Denaro. Nel video che pubblichiamo in esclusiva l'arrestato appare come un uomo non più giovane, abbastanza sovrappeso, con un berretto a visiera e un giubbotto. Lo portano via un carabiniere col mefisto e un ufficiale in divisa. Luppino è considerato un fiancheggiatore del boss, probabilmente l'uomo che gli faceva da autista e che lo aveva accompagnato nella visita alla clinica. Si ripete insomma la scena già vista trent'anni fa con l'arresto di Totò Riina, anche lui catturato - e sempre dai carabinieri - insieme al suo autista Salvatore Biondino. E non è da escludere che proprio individuando il fiancheggiatore gli inquirenti siano riusciti a chiudere il cerchio intorno al capomafia.
Bottiglie spaccate, donne tenute quasi in ostaggio, urla di Allah Akbar, e su tutto la sensazione di un degrado ormai fuori controllo: sono i fotogrammi dell'operazione con cui questa mattina il sindaco di Milano Beppe Sala e il suo assessore alla sicurezza Marco Granelli hanno mandato la polizia locale a ripulire per la seconda volta i tunnel sotto la Stazione Centrale, da mesi divenuti il ricovero per emarginati e sbandati.
Matteo Salvini al termine dell’udienza al Tribunale di Milano a cui ha partecipato come teste in un processo nato da una sua querele ad un antagonista milanese per diffamazione, è tronato sui fatti Nizza e sull’attentatore, Brahim Aoussaoui, che è passato da Bari dopo lo sbarco: "È sbarcato un mese e mezzo fa e poi scomparso, La domanda è quanti altri? Noi lo abbiamo chiesto perchè lo chiede l’Europa. Quanti sono ancora sul territorio italiano e quanti sono scomparsi?", chiede il leader leghista. "Non penso che si sia radicalizzato in 15 giorni, ma pretendo di avere nomi e cognomi di quanti sono in strutture italiane e quanti sono scomparsi: temo che siano alcune migliaia".
Nella strana Italia dell’estate del Covid c’è spazio anche per la piccola guerra di Seccheto. Siamo nella punta di sud-ovest dell’Isola d’Elba, sguardo dritto su Montecristo e Pianosa, paradiso per famiglie, subacquei e gommonauti. Dove da questa mattina abitanti e vacanzieri si scontrano frontalmente con i bodyguard in polo bianco di un albergo che bloccano l’accesso al piccolo porticciolo che è da decenni l’unico accesso al borgo per i natanti, compreso quello del diving che porta verso le immersioni della zona.
Beppe Sala, condannato nel processo sulla cosiddetta Piastra di Expo: "Non produrrà effetto sulla mia capacità di essere sindaco", dice lasciando l'aula del tribunale di Milano, "Sono resistente. Una sentenza del genere, dopo sette anni, per un vizio di forma, allontanerà tanta gente per bene dall'occuparsi dalla cosa pubblica. I sentimenti che ho sono negativi. Qui è stato processato il lavoro e io ne ho fatto tanto"
Sala: "Non ho mai avuto la consapevolezza della retrodatazione degli atti. Tutto nasce dalla ricostruzione ex post nel 2016, per me quella era stata la storia di uno dei tanti problemi accaduti nel percorso di Expo e risolto in maniera abbastanza veloce"