La guerra in Siria è a un punto di svolta. Lo Stato islamico arretra, ormai ridotto a poche sacche di resistenza, mentre il confronto tra Damasco e i ribelli, con gli alleati occidentali, è giunto a una fase di stallo grazie agli accordi di Astana e al G-20 di Amburgo, con la stretta di mano fra Putin e Trump a siglare simbolicamente l’accordo di cessate il fuoco
La battaglia per la liberazione di Raqqa dallo Stato islamico rappresenta un tassello fondamentale nella strategia di Washington per consolidare la propria presenza in Siria
Aleppo prima della guerra contava più di due milioni di abitanti ed era il centro economico principale della Siria, tanto da essere definita ‘capitale del nord’ del paese
Imprese cinesi pubbliche e private sono intenzionate a fare il loro ingresso in Siria per imporsi come attore industriale principale della rinascita della Siria post-bellica, grazie a investimenti che andranno a interessare il settore energetico, stradale, ferroviario e della distribuzione dell’acqua
Durante l’ennesimo inutile G20 di Amburgo, non più alta sede diplomatica ma semplice passerella per ostentare un potere che non si ha (dal momento che esso risiede altrove e non nella politica), qualcosa è successo. Nonostante il summit stesso
Ad Amburgo, nel corso del G20, l’attesissimo faccia a faccia tra Donald Trump e Vladimir Putinha raggiunto un primo e non scontato risultato nella crisi siriana
Da maggio del 2017, Tabqa è una cittadina liberata dall’Isis grazie all’azione congiunta delle forze curdo-siriane e di quelle statunitensi
Le relazioni bilaterali tra Iran e Francia diventano ogni giorno più forti e dimostrano una convergenza d’interessi sempre più evidente fra Teheran e Parigi. Dal gennaio del 2016, quando il presidente iraniano Hassan Rohani visitò Parigi, è stato un susseguirsi di contratti miliardari fra i due Paesi e d’investimenti francesi nelle infrastrutture iraniane, tendenzialmente prive delle conoscenze tecnologiche che invece possiede l’Europa
Il viceministro degli Esteri siriano mette in guardia gli Stati Uniti: "La prossima volta risponderemo con maggior forza"