2011: Sarkozy cerca rilancio con la presidenza G8 e G20

Agenda ambiziosa: il presidente punta a rafforzare la voce della Francia nel mondo

Riformare il sistema monetario internazionale, i mercati delle materie prime e la governance mondiale. Sono ambiziosi quanto attuali gli obiettivi fissati dalla Francia per la propria presidenza del G20 (dal 12 novembre 2010) e del G8 (dal 1/o gennaio 2011), con cui il capo dello Stato Nicolas Sarkozy spera di rilanciare allo stesso tempo il ruolo di Parigi sullo scacchiere globale e la propria popolarità in vista delle elezioni del 2012. «La Francia propone ai suoi partner la scelta dell'ambizione» dichiarava qualche mese fa l'inquilino dell'Eliseo alla conferenza degli ambasciatori transalpini, sottolineando a più riprese l'importanza di questi «cantieri del domani» per la sostenibilità della crescita mondiale e l'armonizzazione dello sviluppo. Una posizione che gli è valsa il plauso di numerosi rappresentanti delle istituzioni internazionali, dal segretario generale dell'Ocse Angel Gurria al direttore del Fmi, nonchè possibile avversario presidenziale, Dominique Strauss-Kahn, che in una recente visita all'Eliseo ha lodato le «buone speranze» di rafforzare la stabilità offerte dall'agenda della presidenza francese. Passare dalle parole ai fatti, però, potrebbe rivelarsi complicato, soprattutto per quanto riguarda la riforma del sistema dei cambi. L'amicizia tra Sarkozy e il suo omologo cinese Hu Jintao, che tanto fa discutere le associazioni di difesa dei diritti umani, difficilmente basterà a convincere Pechino a rivalutare la propria moneta. E Washington, come riportava qualche giorno fa il settimanale Le Point citando un diplomatico americano, non farà «nessun regalo» ai francesi sul tema, anzi percepisce la proposta di un «nuovo ordine monetario mondiale» come «una dichiarazione di guerra» al dollaro. Ma al di là dei risultati concreti, ciò che interessa all'Eliseo sono le ricadute d'immagine di questa presidenza, a livello internazionale ma anche interno. A Parigi è infatti più che mai vivace il dibattito sul presunto calo d'importanza della 'voce francesè nelle reti diplomatiche globali, imputata da alcuni alle divergenze in materia tra l'ex ministro degli Esteri Bernard Kouchner e i potentissimi consiglieri personali di Sarkozy per le questioni internazionali.

Sostituito il ministro divenuto scomodo con la fedelissima Michele Alliot-Marie, il presidente spera di utilizzare la provvidenziale vetrina del G8/G20 per invertire la tendenza, rilanciando il ruolo geopolitico della Francia. Ottenendo magari, allo stesso tempo, anche un effetto positivo sulla propria popolarità, scesa ai minimi negli ultimi mesi, in vista di una sfida elettorale che si preannuncia infuocata.

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