Goccioloni di pioggia, saette, sullo sfondo una nuvola grigia. Grigia quanto il nostro umore quando scopriamo che la gita al mare del prossimo weekend dovrà saltare, a meno che non ci rassegniamo a passare giornate rinchiusi in hotel. Basta un'icona che si materializza sullo smartphone per convincerci a disdire la prenotazione. In questo modo si regola infatti un italiano su cinque, secondo le statistiche.
Il contraccolpo per alberghi, B&B, villaggi turistici e campeggi, in termini di affari in fumo, già così sarebbe pesante. Ma il guaio è persino peggiore quando previsioni catastrofiche non si avverano e il sole splende come se niente fosse sugli ombrelloni chiusi. Allora al danno si aggiunge la beffa. E la rabbia dei vacanzieri traditi dalle «Cassandre del meteo».
IL SALASSO
L'estate 2014 è stata la peggiore da decenni. Per colpa del maltempo, che ha funestato le ferie degli italiani fino a luglio inoltrato. E come se non bastasse, i meteorologi sembravano non azzeccarne una. Ora, l'estate 2015 non comincia sotto i migliori auspici: «Sarà una stagione dai forti contrasti», preannunciano gli esperti. Scopriremo presto se i pronostici saranno rispettati. Sbagliare è umano, però ha pur sempre un costo. Per il turismo, locomotiva che in Italia vale il 10,3% del Pil e dà lavoro a 2,6 milioni di persone, il conto può essere davvero salato. Almeno 40 milioni di euro ogni fine settimana di alta stagione (20 al giorno tra venerdì e domenica), possono evaporare lassù tra le nuvole, a causa delle disdette di chi sceglie di non muoversi anche solo alla prima minaccia di tintarelle «bagnate».
CIAO MARE
Un paio di weekend fa è stato il ciclone «Venere» a rovinare i piani di prime fughe al mare. Tra freddo e temporali, all'asciutto sono rimasti solo gli incassi tanto attesi da albergatori e ristoratori. Lungo la riviera romagnola , dai Lidi di Comacchio fino a Cattolica, il rischio che possa ripetersi un'altra estate «anomala» mette in allarme l'Osservatorio turistico regionale, che si è affidato alla società di consulenza Trademark Italia per calcolare l'impatto economico del cattivo tempo, soprattutto in caso di previsioni meteorologiche errate o fuorvianti. Spiega il ricercatore Alessandro Lepri: «In un fine settimana di luglio o agosto, i 690mila posti letto disponibili nelle strutture della riviera sono occupati mediamente al 75% (trend peraltro valido a livello nazionale, ndr ). L'occupazione massima si raggiungerebbe con l'afflusso di circa 168mila persone al giorno». Ma se i potenziali turisti si fanno condizionare da previsioni poco confortanti - eufemismo - sono dolori. Lepri mostra cifre ritenute addirittura prudenti: «Come minimo, avremo il mancato arrivo di 33.600 persone al giorno». L'esperienza sul campo conferma che due italiani su dieci rinunciano a spostarsi in presenza di previsioni meteo negative. «Ipotizzando una propensione media alla spesa di 90 euro al giorno, si perdono poco più di 3 milioni di euro per ogni giorno di mancata permanenza in riviera». In sostanza - riassume Lepri -, bastano piccole imprecisioni per generare una perdita di ricavi pari a 12 milioni di euro ogni due weekend, indotto escluso (altrimenti la mazzata è stimata in 20 milioni). L'Emilia-Romagna, secondo il suo Osservatorio, offre circa il 15% dei posti letto rispetto agli oltre 4,7 milioni nelle strutture ricettive di tutta la penisola, mentre l'Istat gliene attribuisce 452mila, ossia il 9,5%. Si scopre perciò che il danno per il sistema-Paese può ammontare come minimo a 20 milioni di euro al giorno, in un fine settimana di alta stagione. La posta in gioco è molto alta.
Lo sanno bene anche in Veneto dove il «conto», applicando gli stessi criteri di quantificazione del danno usati in Emilia-Romagna, toccherebbe 3,2 milioni di euro al giorno in alta stagione, poiché vanta un bacino d'accoglienza complessivo superiore (oltre 712mila posti letto ufficiali). Un anno fa, contro i «meteo-terroristi» è sceso in campo pure il governatore Luca Zaia. Confcommercio Veneto non si augura di ritrovarsi ad affrontare un'altra estate senza sole: strutture ricettive, ristorazione e commercio nel 2014 hanno visto i fatturati sgonfiarsi di 265 milioni di euro, con 6mila posti di lavoro persi. Un bollettino di guerra, altro che meteorologico, conviene il presidente di Confturismo Veneto Marco Michielli: «Sia chiaro, non ce la prendiamo con i meteorologi che svolgono seriamente la loro professione. Mettiamo in guardia dagli sciamani delle previsioni a 10 giorni e più, la cui attendibilità è pari a zero». Mancano strumenti per difendersi, garantiti per legge. «Alla politica chiediamo provvedimenti, serve un'Authority che regoli i siti meteo commerciali e punisca gli abusi. Molti usano toni allarmistici che danneggiano la prima economia del Paese. E mettono in ginocchio migliaia di imprenditori e lavoratori, già indeboliti dalla crisi e dalle tasse».
Tracciando una mappa del «disastro» in concomitanza di previsioni scoraggianti, la Toscana con 532mila posti letto turistici (oltre 35mila dei quali in Versilia) potrebbe subire perdite di ricavi per quasi 2,5 milioni al giorno, sempre nei fine settimana di luglio e agosto.
In Puglia con circa 250mila posti letto censiti dal Gargano al Salento, negli ultimi anni in cima alla lista delle preferenze dei vacanzieri, possiamo stimare mancati introiti per più di un milione di euro al giorno. Del resto, sempre intorno al milioncino quotidiano sarebbe lo scotto da pagare per altre regioni che puntano strategicamente sul turismo, specie balneare: Sicilia , Campania , Calabria e Marche .
LA GIOSTRA SI FERMA
Il grido d'allarme arriva anche dai parchi divertimento, tra i più penalizzati da errori nelle previsioni, essendo molto spesso meta di visite di un giorno. Come testimonia Maurizio Crisanti, presidente Anesv (Associazione nazionale esercenti spettacoli viaggianti e parchi), «lo scorso ponte del primo maggio mi ha scritto un gestore di un parco tematico siciliano, che ha subito pesanti perdite per colpa di previsioni che annunciavano piogge copiose per quasi tutto il giorno. Solo il sabato dopo le 17 c'è stata una leggera pioggia durata un quarto d'ora, mentre la domenica non è scesa una goccia. Risultato: il parco ha emesso 395 biglietti il sabato e 560 la domenica, contro i quasi 4mila della festività precedente. È solo un esempio di quanto per noi il problema possa essere devastante». L'Anesv ha già provato a investire della questione l'Autorità garante della concorrenza e del mercato. «Ma l'Agcom - riferisce Crisanti - non ha ritenuto di rilevare un nesso di causalità diretta tra le disdette degli operatori turistici e le previsioni meteo dei siti commerciali, ancorché ritenute idonee a orientare le scelte dei consumatori».
Ad albergatori, gestori di lidi e di parchi acquatici non restano che accorati appelli: chiamate direttamente gli operatori sul posto, date una sbirciata alle webcam che riprendono la situazione sulle spiagge in tempo reale, consultate i siti istituzionali, che non si avventurano in previsioni troppo dettagliate oltre i 3 giorni. Eppure i bollettini diffusi dall'Aeronautica militare ( www.meteoam.it ) e dalle Arpa regionali raggiungono solo in minima parte l'enorme platea dei « meteo-addicted ». Tramontata l'epoca d'oro dei Bernacca, la meteorologia è diventata un business ad alto tasso di spettacolarizzazione, social e in forte crescita, come dimostra il boom di centinaia di siti dedicati. Ma i tre colossi delle previsioni (Ilmeteo.it , 3bmeteo.com e Meteo.it ) si dividono sui rispettivi portali praticamente l'80-90% degli utenti.
LE MOSSE DEI GURU
Incontrare i gusti di un pubblico così vasto porta con sé il rischio di fare «meteo-terrorismo», per attirare sempre più clic? Risponde Sergio Brivio, che nel 1999 con Massimo Bettinelli ha fondato 3bmeteo.com : «Purtroppo gli albergatori sono pesantemente danneggiati dal brutto tempo, non dalle previsioni, che per loro natura sono soggette a errori, possono sbagliare in una direzione quanto nell'altra. Ci impegniamo a non diffondere previsioni computerizzate, ma “disegnate a mano” da professionisti laureati in fisica o scienze affini, che conoscono i territori di cui si occupano. Anche per noi la questione dell'attendibilità è fondamentale: la esplicitiamo in ogni schermata del sito e dell'app: dal 70-75% per quelle a tre giorni al 50% di quelle a una settimana, e via via diminuendo...». Per placare le polemiche e venire incontro agli addetti ai lavori infuriati, 3bmeteo ha elaborato uno schema alternativo. «Un bollettino diverso per le località a vocazione turistica. L'unica icona rappresentata è quella del sole - spiega Brivio -. Quando manca, viene segnalata la porzione di “grigio”, cioè di nuvolosità prevista, e a parte la probabilità di precipitazioni».
Nell'era dei viaggiatori sempre connessi, l'iconografia gioca un ruolo chiave. Se sul telefonino spariscono pioggia e fulmini, scegliere di partire lo stesso è una scelta che può salvare le nostre vacanze. E, perché no?, anche la nostra economia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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