L'Aquila - Una nuova giornata di apprensione in Abruzzo. I lavori dei soccorritori, dei volontari e dei tecnici della protezione civile proseguono senza soste. Ma la terra continua a tremare e non dà tregua: si parla di circa 200 scosse al giorno. Alcune quasi impercettibili dall'uomo. Alcune, invece, fanno paura. Nelle tendopoli non può accadere nulla di grave, questo è certo, ma la mente torna subito, inevitabilmente, a quella terribile notte tra domenica e lunedì della settimana scorsa, quando è iniziato il dramma per l'Abruzzo. Si continua a lavorare nelle tendopoli per migliorare la qualità di vita e proseguono le verifiche sugli immobili colpiti dal sisma, costato la vita a 294 persone.
Le ultime scosse Ieri sera si è registrata una scossa di magnitudo 4.9, la più intensa dopo quella della notte del 6 aprile, di magnitudo 5.8, e quelle del 7 e del 9 aprile, rispettivamente di magnitudo 5.3 e 5.1, riferisce la Protezione civile. Alle 15.56 di oggi è stata registrata una nuova scossa di magnitudo 3.9, con epicentro Capitignano, Campotosto e Montereale, dopo una di 3.2 avvertita alle 11.08 con epicentro Rocca di Cambio, Villa S. Angelo e San Panfilo D’Ocre, secondo i rilievi dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Non si registrano al momento danni di rilievo, secondo la protezione civile. Dopo la pioggia e il vento di ieri, oggi la situazione meteo è migliorata.
Continuano i controlli della Protezione civile Su 1.467 sopralluoghi effettuati nelle aree colpite dal terremoto (il dato è aggiornato a ieri), gli edifici agibili sono 771, pari al 53%. Il dipartimento della Protezione civile ha fatto sapere che duecentottantotto (20%) edifici sono invece temporaneamente inagibili, ma agibili con provvedimento di pronto intervento; 42 (3%) parzialmente inagibili; (76) 5% temporaneamente inagibili "da rivedere con approfondimento"; 265 (18%) inagibili e 25 (2%) inagibili per rischio esterno. Intanto gli agenti della polizia di Stato e della polizia scientifica, su disposizione della Procura della Repubblica presso il tribunale dell’Aquila, hanno prelevato una serie di campioni di materiale edile con cui sono stati realizzati le costruzioni che hanno subito danni disastrosi dal terremoto dell’Aquila. Si tratta della Casa dello studente, del tribunale, dell’ospedale San Salvatore e di altri edifici dove si sono avute vittime. I campioni, secondo le indicazioni dei pm che indagano, serviranno per essere analizzati e comparati con le normative edilizie in vigore all’epoca della loro realizzazione.
L'allarme mafia di Grasso Dalle case private alle casse statali. Dopo gli "sciacalli" nelle abitazioni abbandonate per il terremoto, ora in Abruzzo l’attenzione deve spostarsi su altri ’sciacallì, più in grande stile, ovvero i clan mafiosi che potrebbero mirare ai soldi e agli appalti della ricostruzione. A mettere sull’avviso è il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso: "Nessun allarme specifico - precisa all’Adnkronos - ma una dovuta attenzione, sulla scorta di quanto purtroppo già successo in passato e che non deve più ripetersi". Grasso assicura il massimo impegno affinché "i soldi destinati a ricostruire quanto distrutto dal terremoto nel comune e nella provincia dell’Aquila vadano alle persone colpite da questa immane tragedia e non servano ad arricchire ulteriormente i clan della camorra o di altre organizzazioni criminali. Alle inchieste sul passato, su casi come quelli del crollo della casa dello studente e dell’inagibilità dell’ospedale, su cui indagherà la magistratura, dovrà affiancarsi un impegno volto al futuro, a non ripetere gli errori del passato nella ricostruzione". Il ricordo più immediato è naturalmente quello rivolto al dopo terremoto in Irpinia. "Certo - conferma Grasso - ma lì, in Campania, la camorra per così dire lavorava 'in casa propria'. In Abruzzo, per fortuna, non si registra una presenza di criminalità organizzata, al di là di alcuni sequestri di beni appartenenti a clan mafiosi, ma non autoctoni. Quindi, sarà anche più agevole controllare la situazione, in quanto le eventuali 'infiltrazion' camorristiche o più in generale mafiose, dovrebbero risultare più visibili".
Il sindaco: "L'ospedale? Pilastri senza staffe" Il problema dell’ospedale dell’Aquila, reso completamente inagibile dal terremoto, non è l’agibilità o l’accatastamento "che sono questioni burocratiche" - ma "come è stato fatto". Lo ha detto il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, parlando con i giornalisti. "L’ospedale non sarebbe crollato se fosse stato fatto come doveva essere fatto", ha affermato Cialente. "Bisognerebbe che voi fotografaste alcuni pilastri e vi rendereste subito conto". Come sono i pilastri? "Io li ho visti e non c’era la staffatura, il ferro uscito fuori è tutto storto", ha risposto. "Questo per dire - ha aggiunto Cialente - che anche se l’agibilità ci fosse stata, e non ci sarebbe stato problema ad ottenerla, l’ospedale sarebbe crollato lo stesso".
L'Abi: mutui sospesi e agevolazioni Sospensione del pagamento dello rate del mutuo fino alla fine dell’anno ed azzeramento delle commissioni bancarie nelle operazioni di bonifico e di prelievo dagli sportelli automatici; messa a disposizione di fondi per la ricostruzione in favore di tutta l’area dell’Abruzzo colpita dal sisma del 6 aprile scorso. Sono alcune delle misure eccezionali in favore delle popolazioni terremotate decise oggi dall’Associazione bancaria italiana ed annunciate, nel corso di una conferenza stampa all’ Aquila, dal direttore generale dell’Abi, Giuseppe Zadra, dal presidente della commissione regionale Abi, Nicola Di Matteo, e dal direttore generale della Cassa di Risparmio della Provincia dell’Aquila (gruppo Bper), Rinaldo Tordera, una delle banche del territorio, quest’ultima, tra le più colpite dal sisma.
Bagnasco: "Due milioni per l'emergenza" "Papa Benedetto XVI ha promesso che farà visita alle popolazioni delle zone terremotate. E non ho dubbi che manterrà la sua promessa". Così, il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, oggi all’Aquila, ha risposto alla domanda dei cronisti circa l’annunciata visita del Papa. "Non so ancora la data, credo debba essere ancora decisa. È certo, comunque, che sua Santità non mancherà di compiere questa visita", ha aggiunto. La Cei destinerà ulteriori due milioni di euro all’emergenza terremoto in Abruzzo. I due milioni vanno ad aggiungersi ai tre milioni già destinati all’emergenza sisma dalla stessa Cei. Un invito a guardare "non solo all’emergenza immediata ma anche al domani" negli interventi avviati dopo il terremoto in Abruzzo è giunto oggi da Bagnasco, che ha celebrato una messa all’Aquila, nella grande tendopoli di Piazza d’Armi. Bagnasco, rivolgendosi agli sfollati, ha espresso "ammirazione per l’animo semplice e forte che mostrate all’Italia". Un popolo - ha detto - che "sa riconoscere grato la buona volontà e la prontezza delle istituzioni, comunità e volontari".
Polemica sul cinque per mille È sbagliato pensare di destinare all’Abruzzo il 5 per mille oppure l’8 per mille, che gli italiani versano per le associazioni di volontariato e per la chiesa. Lo sostengono Pier Ferdinando Casini e Lorenzo Cesa in una conferenza stampa convocata per presentare le proposte dell’Udc per alleviare le popolazioni colpite dall’emergenza terremoto. È una proposta che "a noi non piace", sottolinea il segretario Cesa, spiegando che sottrarrebbe risorse alle associazioni che sono sul campo tra gli sfollati. Casini sollecita ad evitare guerre tra poveri: non si trovano le risorse togliendole a qualcun altro".
Chiodi: via dalle tende entro l'inverno L’obiettivo è di "portare via dalle tende e dagli alberghi le persone che vi sono rifugiate": ad annunciarlo è il presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi, intervistato da Panorama del giorno su Canale 5.
"È un intervento - ha spiegato Chiodi - che deve essere assolutamente compiuto prima dell’inizio dell’inverno, che qui è molto rigido". Il presidente della Regione fa sapere, inoltre, che l'Abruzzo si costituirà parte civile contro i responsabili dei crolli, "se dall’inchiesta risulteranno responsabilita".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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