Afghanistan, i raid Usa uccidono oltre 100 civili

Almeno cento civili uccisi durante i raid aerei compiuti tra lunedì e martedì a Farah dall'aviazione americana. Karzai ordina un'inchiesta e va a Washington. Karzai denuncia: "E' un massacro". La Clinton si scusa: "Profondo rammarico"

Afghanistan, i raid Usa uccidono oltre 100 civili

Kabul - Quello nella notte tra lunedì e martedì nel villaggio di Gerani potrebbe risultare come il più grave massacro di civili compiuto, "per errore", dalle forze aeree Usa in Afghanistan. Le vittime, moltissime donne e bambini, potrebbe essere addirittura oltre cento. Gli abitanti dei villaggi colpiti hanno trasportato "camionate" di cadaveri verso il capologuo della della provincia Bala Baluk, una zona controllata dai talebani nella provincia di Farah, vicino al confine con l’Iran.

La ricostruzione dei raid La polizia locale parla di oltre cento "non combattenti" rimasti uccisi. Ma sull’accaduto vi son resoconti contrastanti. Secondo testimonianze locali, bambini donne ed anziani si erano rifugiati nel villaggio di Gerani per sfuggire ai combattimenti tra i talebani e l’Anan, l’esercito nazionale afgano. Ma i locali nei quali si erano irfugiati sono stati colpiti dalle bombe sganciate dalle forze aeree Usa, chiamate in supporto alle operazioni a terra. Mohammad Nieem Qadderdan, ex sindaco di Bala Baluk, ha riferito all’Associated Press di aver contato decine di cadaveri quando ha visitato il villaggio di Gerani: "Quelle case erano piene di bambini, donne e anziani quando sono state bombardate dagli aerei. La gente scavava nelle macerie con le pale e le mani". A suo parere il bilancio delle vittime "è peggiore di quello di Azizabad", dove nell’agosto scorso un raid americano causò la morte di 90 civili.

Un volontario tra le vittime Tra le vittime dei raid aerei ci sono anche un volontario della Croce Rossa afghana e 13 membri della sua famiglia. Il comitato della Croce Rossa Internazionale (Cicr) ha confermato la morte di decine di civili, tra cui donne e bambini. Intanto il capo della polizia di Farah ha confermato il bilancio di almeno 30 morti riferito la notte scorsa: "Oltre trenta cadaveri di civili sono stati trasportati a bordo di due camion", ha detto Abdul Ghafar Watandar aggiungendo che una delegazione composta da rappresentanti dell’Onu, dell’esercito americano e del ministero dell’Interno afghano si sono recati sul posto.

Avviate le indagini Il presidente Hamid Karzai, che oggi è ricevuto alla Casa Bianca per un vertice con Barack Obama assieme al presidente pachistano Asif Ali Zardari, ha ordinato l’avvio di un’inchiesta sull’accaduto. Lo stesso ha promesso il Pentagono, che al momento ha solo confermato, tramite il suo portavoce in Afghanistan, la partecipazione americana agli scontri di lunedì notte. Rohul Amin, governatore della provincia di Farah, ha detto che le vittime civili sono state causate dal fatto che i miliziani avevano trovato riparo nelle abitazioni che sono poi state bombardate: "E' una zona sotto controllo dei talebani. Non siamo in grado di fare un bilancio ufficiale, ma ci sono state vittime civili perchè usavano abitazioni civili per nascondersi". I miliziani si erano infiltrati alcuni giorni addietro nel distretto di Bala Bulok da dove avevano attaccato diversi villaggi e ucciso tre civili con l’accusa di essere spie del governo di Kabul e della coalizione. L’uccisone di tre agenti e il ferimento di altri quattro ha spinto a richiedere l’intervento dell’esercito afghano e dell’appoggio aereo della Nato. "Siamo dispiaciuti per coloro che sono stati colpiti dalle operazioni - ha detto il portavoce della colazione, colonnello Greg Julian - indagheremo subito per stabilire cosa è successo".

Hillary Clinton: "Profondo rammarico" Gli Stati Uniti esprimono "profondo rammarico" per la perdita di civili in Afghanistan a seguito dei loro bombardamenti che hanno ucciso più di cento persone

nella parte occidentale del Paese. Lo ha affermato il segretario di Stato di Washington, Hillary Clinton, durante una dichiarazione alla stampa con al fianco il presidente afgano Karzai e quello pachistano Ali Zardari. 

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