«Con i nomadi serve pugno duro. Maggior rigore per chi vive di espedienti e non rispetta il Paese che li ospita». la posizione è di Roberto Alboni, vicepresidente del Pdl in Regione. «Siamo alla follia: un nomade di 15 anni che chiede l'elemosina davanti all'ingresso del cimitero imbracciando un fucile» commenta sconsolato Alboni, riflettendo sull'episodio sotto certi aspetti clamoroso che ha portato ad un intervento della polizia che ha identificato il giovane, proveniente da un campo nomadi di Torino, e ha poi segnalato l'accaduto al Tribunale dei minori.
«Questi fatti sono l'ulteriore testimonianza che sul fronte sicurezza istituzioni e forze dell'ordine devono usare il pugno duro: buonismo e assistenzialismo non sono strategie che pagano. Il territorio va controllato per garantire adeguata tutela ai cittadini. Oltre al decoro di luoghi, come il cimitero, dove la gente va a trovare i propri cari» l'analisi del consigliere regionale. Alboni ribadisce: «Poco importa che da un successivo controllo degli agenti della Polizia locale, il fucile sia risultato un "giocattolo" molto ben fatto. È il gesto in sé che va condannato e ci deve far riflettere che non bisogna abbassare la guardia, intensificando i controlli, non solo come effetto deterrente, ma anche per far percepire la sicurezza. I cittadini ce lo chiedono a gran voce».
Il rappresentante del Pdl punta l'attenzione anche su un altro aspetto: «Gli ultimi casi, vedi una donna di Giussano truffata per centinaia di migliaia di euro da una nomade proveniente sempre da un campo di Torino, ci dimostrano quanto sia necessaria un'azione coordinata tra Comuni, Province e Regioni per non vanificare il lavoro di prevenzione e controllo delle forze dell'ordine sul nostro territorio».
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