Alcol già a 10 anni, il primo spinello a 11

Il 32% degli adolescenti intervistati a 10 anni ha bevuto alcolici per il piacere dell’ebbrezza e a 11 ha fumato il primo spinello, ma il 74% non conosce i danni provocati dall’uso di stupefacenti e il 61% da quelli dall’alcol. Dati che suonano come una sonora bocciatura delle politiche del governo e che «devono indurre a intervenire attraverso campagne capillari nelle scuole e nei luoghi di aggregazione», sostiene Fabio Rampelli di An. Dati a dir poco allarmanti che emergono da un rapporto curato dal Modavi, il movimento delle associazioni di volontariato che opera da una decina d’anni nelle aree di disagio sociale.
Giovani i ricercatori e inusuale, un caffè di tendenza del centro storico, il luogo scelto per presentare i risultati di una ricerca che, se confermati, costringeranno a rivedere il modo di affrontare il problema dei ragazzi e della droga. «Serve una campagna di sensibilizzazione verso i giovani - ha detto Marco Scurria, presidente Modavi - occorre abbassare la fascia di età essendosi drammaticamente abbassata l’età del primo contatto con le sostanze stupefacenti».
Il progetto, sovvenzionato dal ministero della Solidarietà sociale, ha riguardato 4.500 studenti delle suole superiori dai 14 ai 18 anni e a Roma, nella zona di Torre Spaccata anche la terza media. In tutto 272 classi di dieci province di tutta Italia. I giovani più a rischio sono al Nord, quelli più al sicuro al Sud. Rieti, Latina e Roma le città interessate nel Lazio con circa duemila questionari e una ventina di scuole.
L’idea era non di insegnare qualcosa ma di trasmettere delle informazioni in modo dinamico, per mezzo di un gioco di ruolo, quindi sondare le conoscenze puntando l’attenzione sulle nuove droghe, ecstasy, solventi, psicofarmaci, amfetamine e infine somministrare un apposito questionario da cui è uscita una fotografia impietosa e preoccupante della relazione fra adolescenti, alcol e droga e dei nessi con l’ambiente familiare.
Dalla ricerca emerge che la miglior difesa viene da una famiglia con genitori autorevoli, punto di riferimento per i figli, più informati degli altri sul tema. Mentre sono proprio i genitori complici e amici o con i quali il ragazzo è in conflitto a favorire familiarità con droga e alcol.
3.125 i questionari validi, oltre la metà nel centro Italia, ci dicono che non solo i ragazzi si avvicinano prestissimo all’alcol e alla cannabis ma anche che più della metà continua a usare abitualmente cannabinoidi. Il 7% (244 su 3.125) usa anche altre droghe.

Droghe pesanti soprattutto verso i quindici anni, ma anche prima, come il popper (20%), facilmente reperibile, un gas vasodilatatore che crea allucinazioni e un brevissimo stato confusionale, un tempo usato negli harem, come la cocaina (soprattutto le ragazze) e Lsd (i ragazzi) e via via fino all’ecstasy, al crack, all’eroina e addirittura (il 5 %) alla colla come in certi Paesi del Sudamerica.

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