Via alle riforme con Sud, tasse e sviluppo

Il governo approva il Documento di economia e finanza. In primo piano il cambio di marcia sulle imposte, al più presto la delega. Si partirà già in maggio. Il premier Berlusconi: "Dal 2015 focus sul debito". Tremonti: "Escludo lacrime e sangue"

Via alle riforme con Sud, tasse e sviluppo

Roma - Non è certamente il libro dei sogni, quello approvato ieri dal Consiglio dei ministri. Il Documento di economia e finanza (quel che un tempo fu il Dpef), che contiene anche il Piano nazionale di riforma, «non è il vecchio documento di ambizione, ma è bollinato dalla Ragioneria dello Stato. In Europa - spiega Giulio Tremonti - devi presentare cose fattibili».
Il pacchetto di riforme dovrebbe avere un impatto positivo sul Pil dello 0,4% l’anno, pari a 6,4 miliardi annui. L’obiettivo è di creare un milione e 800 mila posti di lavoro al 2020, anche se tutto dipenderà dall’intensità della crescita. Parte delle misure previste nel Piano saranno inserite in un provvedimento che il governo presenterà tra maggio e giugno, in pratica la consueta manovra estiva. Ma il ministro dell’Economia esclude ipotesi catastrofiche ventilate dall’opposizione: «Stiamo lavorando a un’azione per lo sviluppo a costo zero. Non abbiamo emergenze o urgenze, il grosso degli interventi sarà sul 2013-2014, quando prevediamo il pareggio di bilancio. Escludo lacrime e sangue».
Non c’è crescita senza rigore, questa la linea che ispira il Def. Il Piano nazionale di riforma, commenta Silvio Berlusconi, è un documento «di grande importanza che sarà presentato all’Europa entro aprile, e rappresenta il seguito del Patto per l’euro approvato in marzo». Ma Berlusconi non nasconde la realtà: «Tutti i Paesi europei hanno vissuto al di sopra delle loro possibilità, e questo ha creato alti debiti pubblici. Ora bisogna cambiare. Dal 2015 - aggiunge - anche noi ci dedicheremo alla riduzione del debito pubblico, considerando però anche il debito privato», in Italia molto basso rispetto agli altri Paesi dell’Ue. Non siamo più il terzo debito del mondo, aggiunge Tremonti: in termini assoluti, la Germania ci supera.
Il Piano individua undici priorità, in primo piano resta la riforma fiscale. «Ci sono le cose che noi riteniamo possano essere focalizzate da subito - spiega il ministro dell’Economia -: una è la riforma fiscale che sarà costruita in base allo schema scritto nel documento». Tremonti conferma che non appena avrà le carte dai tavoli tecnici andrà in Parlamento per avere la delega. La riforma sarà neutrale sul piano finanziario, ma conterrà una migliore distribuzione del carico tributario (trasferendo una parte della tassazione diretta verso quella indiretta), con minori effetti distorsivi sulla crescita e minori costi per gli adempimenti. Niente patrimoniali o simili.
Il Pnr si focalizza sullo sviluppo del Sud. E Tremonti è ottimista sul «sì» europeo al credito d’imposta e alla fiscalità di vantaggio per il Mezzogiorno. Nel Piano è previsto, tra l’altrot un credito d’imposta del 90% a favore delle imprese che faranno ricerca e sviluppo; in arrivo i distretti turistico-balneari, unioni di imprese utili a fini creditizi e fiscali; si sta anche lavorando a una semplificazione del processo civile in modo da ridurne il volume (il 25% dei processi è composto da cause all’Inps). Confermata la «pausa di riflessione» sul nucleare.


Presentando poi, con Emma Marcegaglia, una nuova iniziative per le reti d’impresa con l’intervento della Cassa Depositi e Prestiti, Tremonti non trattiene la battuta: «La solitudine della Confindustria, come vedete, è durata pochi giorni».

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