I punti chiave
Il ritorno di Simone Biles in pista, come poche altre cose, ha tenuto incollate ai teleschermi, e poi rimbalzato sul web all'impazzata, milioni di persone in contemporanea: numeri indicativi nella schizofrenia necessaria d’un torneo come quello olimpico, che la Biles personaggio pubblico e la Biles atleta hanno saputo coadiuvare attorno a sé nel trionfo del talento sportivo e del coraggio personale. La fuoriclasse statunitense, ancora una volta, non ha disatteso le più brillanti aspettative – primo posto, performance ineccepibile, classe intatta.
A brillare assieme a lei, però, più che le compagne – nonostante l’alto livello di Sunisa Lee, Jade Carey, Jordan Chiles e la giovanissima Hezly Rivera – i peculiari body con i quali la Nazionale Usa della Ginnastica ha illuminato Parigi sin dall’arrivo a questi XXXIII° edizione dei Giochi Olimpici. Progettati dalla Gk Elite Sportswear di Reading, in Pennsylvania, che "da più di trent'anni veste atleti" con leotards e uniformi - con una collezione ad hoc dedicata proprio alla campionessa americana, Simone Biles - i luccicanti body uniscono la combinazione dei colori nazionali, com'è ovvio, col rosso-bianco-blù, a disegni luminosi personalizzati realizzati con l'applicazione di quasi 6.000 cristalli Swarovski ognuno. La luce, rimando ideale a Parigi, "la ville lumière" per eccellenza, ma soprattutto lo sfarzo: le uniformi in questione hanno un valore stimato attorno ai 3.000 dollari l'uno; in totale, gli Swarovski utilizzati sarebbero circa 47.000 in sei colorazioni differenti.
Odi et amo: l'oro che divide
Annie Heffernon, vicepresidentessa del programma femminile della Usa Gymnastics, ne aveva parlato così al Washington Post: "Penso a quanto siano speciali questi momenti, soprattutto le Olimpiadi, e a come si sentiranno [le atlete]". "A prescindere dalle prestazioni", spiega "voglio che si sentano straordinarie e bellissime quando gareggeranno per rappresentare gli Stati Uniti, indossando un body di cui possano essere orgogliose". L'intento di Gk Elite in compartecipazione con la federazione Usa, nel confezionamento dei 22 set di body completi e pronti per la competizione più importante allo scadere della partenza della delegazione al 30 giugno, è esplicito: "È importante sentirsi sicuri e stare bene con se stessi", ribadisce Heffernon "quando si va a cercare di raggiungere uno dei più grandi traguardi della propria vita". Una conversazione, quella sui modelli di Parigi, che pare fosse iniziata già dalle scorse Olimpiadi: Jeanne Diaz, direttrice designer di Gk Elite, ricorda come "l'eleganza" fosse già "una delle priorità per Parigi".
Tanti apprezzamenti e bocche spalancate, difatti, hanno ottenuto i body e le divise made in Usa mostrate, nelle differenti specialità, dalla delegazioni storicamente più numerosa della competizione; ma non mancano all'appello le polemiche, primariamente interne al paese. Lauren Fleshman, atleta professionista dal recente pensionamento ed ex campionessa statunitense dei 5.000 metri nell'atletica leggera, affonda senza remore l'idea d'un eccesso d'investimento nelle divise delle colleghe: con un esempio a lei familiare la quarantaduenne spiega come le uniformi femminili per la corsa su pista sono "un riflesso del tradimento del corpo delle donne" da parte dello sport, chiosando che "se questo abbigliamento fosse davvero utile alle prestazioni fisiche, lo indosserebbero gli uomini".
Come sono fatti i body
Arte ed artigianalità col minimo degli scarti: diversi strati di tessuto vengono tagliati nelle forme richieste per la fabbricazione d'un body creato ad hoc sulla base d'un modello disegnato e poi renderizzato per la realizzazione vera e propria. Il processo di sublimazione è quello che fa sì che i disegni (nel caso olimpico ad imitare il pizzo sulla parte superiore del corpo e sulle maniche), stampati su carta, siano trasferiti a caldo sul tessuto e poi, tramite una macchina in grado di raggiungere i 450°, fondano letteralmente l'inchiostro nel tessuto - lo spiega Erica Schnebel, direttore marketing di GK Elite: "Quello che se ne ottiene è un tessuto assolutamente personalizzato". Mentre i loghi sono ricamati in filo direttamente su ciascun body, una macchina posiziona, seguendo il disegno digitale, i quasi 6.000 cristalli sulla carta che viene poi fatta aderire al tessuto tramite calore, poiché sul retro di ciascun brillante è presente una colla che si attiva con l'aumento della temperatura. Alcuni cristalli, invece, come quelli lungo le scollature e vicino alle cuciture, sono applicati individualmente ed il posizionamento è guidato da un laser, per esser quanto più preciso possibile.
Insomma, che gli Usa facessero le cose in grande era in effetti già ben noto, e le Olimpiadi non potevano esser da meno: sfarzo ed eccesso sono appartenuti spesso alla nazionale a stelle e
strisce; ma, alla fine, ciò che conterà sarà - ancora una volta ed indiscutibilmente - cosa si riuscirà a mostrare in pista. In questo, Simone Biles non sarà mai seconda a nessuno, con o senza Swarowski.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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