"Era fissato sul sesso. Mi chiedeva con chi l’ho fatto, e come mi piace farlo". E' dura la critica che arriva da Amanda Knox, appena assolta dal processo che la vedeva coinvolta per l'omicidio di Meredith Kercher, rivolta al vicecapo del carcere di Perugia, dove la ragazza ha trascorso gli ultimi quattro anni. A riportare la notizia è l'inglese Sun, secondo il quale la ragazza avrebbe annotato su una sorta di diario della sua prigionia tutto ciò che le accadeva, compreso il contenuto degli interrogatori a cui veniva sottoposta e una serie di strani interrogatori tutt'altro che regolari, che vertevano regolarmente sulle abitudini sessuali della ragazza.
Coinvolto nella vicenda è il vicecapo del carcere delle Capanne, Raffaele Argiro, il quale però smentisce categoricamente che nel racconto della ragazza ci sia qualcosa di vero. Secondo quanto raccontato da Amanda, Argiro la accompagnava a tutte le vite mediche di routine, "e di notte mi convocava al terzo piano, in un ufficio vuoto, per una chiacchierata". Non per chiarire ulteriormente la sua posizione riguardo all'omicidio in cui si pensava fosse implicata, ma piuttosto per discutere con lei della sua vita sotto le lenzuola. "Cercava di parlarmi di lei (Meredith) o di portarmi verso l’argomento sesso", racconta Amanda, che dice si essersi sentita sorpresa e scandalizzata per le provocazioni che le venivano rivolte.
Ma l'analisi di Amanda è piuttosto lucida. La ragazza, pur scandalizzata dalla vicenda, non rivolge accuse particolari ad Argiro, dicendosi convinta del fatto che quegli incontri fossero semplicemente dei "test" per controllare le sue reazioni, comprendere la sua personalità di supposta assassina. "Voleva sapere con chi ero andata a letto probabilmente per dare alla polizia i nomi di altri sospetti", continua Amanda.
Ed è lo stesso Argiro, sempre secondo il Sun, a confermare di avere chiesto in privato ad Amanda qualche notizia riguardo alle sue storie passate, specificando però che "era sempre lei che iniziava a parlare di sesso". Il vicecapo ha anche ammesso di avere assistito al primo test Aids a cui venne sottoposta la Knox, come riportato da Amanda, nonostante la sua presenza fosse evidentemente in contraddizione con la legge sulla privacy.
"Me lo chiesero i medici - si difende il vicecapo del carcere - temendo una reazione violenta". Ma all'Ansa smentisce. "Non è assolutamente vero nulla di tutto questo, così come non è assolutamente vero che ho confermato queste cose al Sun".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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