Quel vino che toglie il sonno e nuoce all’udito

Alcuni vignaioli francesi combattono gli effetti delle gelate primaverili notturne con l’uso delle torri antigelo che gli abitanti limitrofi alle vigne ritengono troppo rumorose. Ecco cosa succede nelle notti insonni del villaggio di Gorges

Quel vino che toglie il sonno e nuoce all’udito

Nelle celebri vigne di Gorges, nella Loira Atlantica, non si possono sempre dormire sonni tranquilli.

E Il sindaco del villaggio francese di 1600 ettari di cui 600 coltivati a vite, dove sono installate 6 “rumorose” torri antigelo, ne è al corrente.

Più o meno fino alla data del 13 maggio conviene restare vigili e non abbassare la guardia.

Secondo la tradizione popolare francese, solo dopo la dipartita dei ”Santi del ghiaccio” che segna la fine del pericolo delle gelate notturne primaverili, si potrà cantare vittoria.

Non ci si può lasciar sospendere dal freddo che arriva e devasta le gemme già sbocciate bruciandole. Altrimenti addio raccolto, addio vendemmia e addio vino.

E i vignaioli che fanno? Loro non chiudono occhio. Per necessità e per lavoro. Attenti ai termometri, si attivano per combattere con ogni mezzo a disposizione il nemico che arriva, puntuale, sul finire della notte, intorno alle 5.

La macchina bellica si attiva: enormi candele accese tra i filari pretendono di alzare la temperatura di qualche grado, mentre le più tecnologiche torri antigelo, dei ventilatori giganti che azionano eliche di più di 13 metri, si attivano per muovere l’aria e riscaldarla così da renderla secca.

A chi dorme tranquillo nel proprio letto, perché con la vigna non ha nulla a che fare, il rumore percepito potrebbe ricordare un’esercitazione militare.

”Siamo stati svegliati alle 5 di mattina, era come se ci fosse un elicottero in giardino”, hanno dichiarato al quotidiano francese Ouest France alcuni abitanti del villaggio che abitano a ridosso dei vigneti.

Un rumore forte che nuoce all’udito e al sonno anche di chi con il vino ha solo incontri fugaci durante i pasti. Novanta decibel sono la soglia massima consentita per legge. Secondo il parere dei tecnici, quando la pala è in azione ne raggiunge 80.

Le lamentele sono arrivate al Sindaco.

Che ha voluto affrontare il problema non trascurabile in una riunione (a cui ha partecipato poca gente) invitando i cittadini per tentare di mediare le sacrosante esigenze personali con l’importanza vitale dell’economia viticola del villaggio, in virtù dell’uso occasionale delle pale. Confidando nella solidarietà delle persone perché “il cambiamento climatico è più rapido della ricerca agronomica”.

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