Per scrivere un'autobiografia, 33 anni sono pochi. Decisamente pochi. Però Arianna Micol Beltramini che ha al suo attivo un volume sulle «101 cose da fare a Milano», pubblicato con buon successo da Newton Compton, non rinuncia a raccontare e raccontarsi in una sorta di romanzo di cui è lei stessa la protagonista. «Vienimi nel cuore» (Mondadori, pp. 275, euro 17,50) è un titolo da non censurare in nome di vergogne e doppi sensi, perché in realtà il senso è uno solo. Proprio quello che si capisce di primo acchito. E siccome è anche il titolo del blog della signorina, nonché una sintesi estrema del messaggio lanciato dalle pagine dell'autrice... beh, come dire, è azzeccato. O, quanto meno, ci sta tutto. Certo, chi pensa che a trent'anni suonatissimi si debba ancora guardare il mondo con l'incanto di un bambino e temere di prendere parola sull'argomento sesso-amore, deve tenersi lontano da queste righe. Non fanno per lui. O per lei. Perché la Beltramini s'interroga a ripetizione sul confine tra il cuore e il piacere, ma lo guarda con un disincanto e una semplicità al limite dell'ingenuità, del quale le va dato merito per il coraggio dimostrato. E per essersi messa in discussione.
Se l'è goduta, verrebbe da dire, Arianna Micol Beltramini. E l'augurio è che possa godersela ancora a lungo. La vita, s'intende. Ma la spontaneità di aprire il suo io senza vergogne e falsi pudori non appartiene normalmente a una donna. Perché convenzioni ed etichette appiccicano, in certi casi, marchi pericolosi quanto infamanti. E forse nella Beltramini si riconosceranno molte ragazze che rileggeranno proprie esperienze, in comune con quelle dell'autrice. E si accorgeranno che loro, forse, non avranno avuto il coraggio di mettersi in discussione neppure con un fidanzato, negandogli il racconto dei propri trascorsi. Baule da non aprire. Accessi da negare. Imprese che non riguardano successori e predecessori in cuori e pulsazioni. A differenza loro, madame Beltramini non ha esitato a parlar chiaro davanti a una platea. Però non si fraintenda. Il romanzo non è solo sesso. E mai è hard, anche se il linguaggio usato, non certo volgare, non lascia tuttavia nulla all'immaginazione. C'è la musica, che ha caratterizzato i ragazzi degli anni Ottanta e Novanta. Ci sono le tipizzazioni ricorrenti. Nerd ed Emo su tutti. C'è il mondo delle playstation e dei Manga che combatte contro quello dei fumetti. Evoluzione di un sapore antico.
C'è Milano, con i suoi angoli suggestivi che ricordano amori rubati. E favole vissute. Baci fugaci. E gesti sbagliati. Ambiguità e doppiezze. Ci sono i tempi della scuola e dei giochi in strada. Cimiano. E i Navigli. Volti persi nel tempo e magicamente ritrovati da Arianna, svegliata dalla propria coscienza sotto forma di una luce verde lampeggiante, che si accende improvvisa. Nel momento più impensabile. Nel bel mezzo dell'amore fisico. Un mattino appena svegli.
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