Anche in Veneto la casta si aumenta gli stipendi

Politici senza vergogna: il sindaco pd di Este prima protesta per i tagli, poi ritocca le indennità: fino a 310 euro in più al mese

Anche in Veneto la casta si aumenta gli stipendi

Questione di priorità. Primi 45 giorni al potere, e la giunta di centrosinistra di Este, provincia di Padova, vara la sua manovra fiscale: con un raffinato calcolo di politica (anti)economica si aumenta gli stipendi. Indennità alzate per sindaco, assessori e vertici dell’assemblea, dice il documento pubblicato due giorni fa nell’albo pretorio online.
La fascia tricolore ad Este la porta da un mese e mezzo Giancarlo Piva del Pd, a capo di un’amministrazione infarcita di una lista civica, Udc e Idv. Dalle parti di Montecitorio tutti bravi ad attaccare i privilegi, nel resto dello Stivale altrettanto abili ad attaccarsi ai privilegi. Così, mentre in Puglia i consiglieri regionali promuovono una sorta di complicata class action per recuperare il 10 per cento delle paghe decurtate nel 2006, sotto la rocca del Padovano i ritocchi saranno immediatamente operativi. L’altra faccia di una casta che da Roma chiede «lacrime e sangue» ai contribuenti e dietro l’angolo della provincia fa un po’ come gli pare.
Ma quanto costa il biglietto per la giostra della cuccagna? In Italia gli organi degli enti locali asciugano al bilancio qualcosa come 3,3 miliardi di euro l’anno, cioè 85 euro per cittadino; 1,6 miliardi solo i Comuni. Dall’ottica macro a quella micro, per il sindaco di Este l’ultimo «aiutino» varato si traduce in 310 euro, dai 2.788 euro al mese a 3.098. Il suo vice, il «civico» Stefano Agujari Stoppa porterà a casa 1.704 euro contro i 1.533 precedenti. Gli assessori e il presidente del consiglio comunale invece si accontentano di 140 euro in più, da 1.254 a 1.394 euro mensili.
Questione di «dignità», si difende Piva con il Gazzettino. «Questa è la mia unica fonte di reddito e verrà tagliata del 7 per cento, come ha deciso il governo. A conti fatti percepirò ogni mese 2mila euro netti, per 12 mensilità. Vorrei vedere invece la busta paga di un consigliere regionale o quella di un onorevole...». Già, il salvadanaio del collega di poltrona è sempre più pieno. Anche perché poi, spiega il sindaco, si è arrivati al doloroso passo per via della legge che bloccava e riduceva i compensi dei politici locali fra il 2006 e il 2009. Andava recuperato il tempo perso. Senza considerare che «si tratta di cifre lorde - ci mancherebbe - e vanno prese in considerazione anche le regole sulle professioni collaterali». In sostanza, il nuovo stipendio intero arriverà solo al primo cittadino (risulta in aspettativa) e a due assessori (lavoratori autonomi). Per tutti gli altri, con contratto da dipendenti, la busta va di fatto dimezzata.
Eppure c’è una questione di coerenza. La giunta di Este, prima della cura autoricostituente, s’era segnalata soltanto pochi giorni fa agli onori delle cronache nazionali proprio per una crociata contro la dieta imposta dal governo. I manifesti affissi sotto il municipio recitano ancora: «Comune bloccato dal patto di stabilità». Evidentemente non è del tutto così, quando si tratta di aggiustarsi i portafogli. L’opposizione di centrodestra in Comune non può non cogliere questa tipica manifestazione di schizofrenia da chiagni e fotti, sindrome tipicamente italica.

«La giunta non ha scusanti, in un momento in cui tutta la politica fa sacrifici, questi qui decidono di alzarsi gli stipendi», insorgono Pdl e Lega Nord. Ma attenzione a non alzare troppo la voce, finirete per disturbare l’orchestra sul Titanic. Questione di educazione. Civica?
giacomo.susca@ilgiornale.it

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