Archeologia, Erode non finì le mura del tempio di Gerusalemme

Le ultime scoperte confermano il resoconto di Giuseppe Flavio: il termine dei lavori avvenne oltre vent'anni dopo la morte del monarca che regnava su Israele quando nacque Gesù

Chi costruì le mura che fanno da contrafforte al complesso del Monte del Tempio? Ogni guida turistica e ogni studente che abbia familiarità con la storia di Gerusalemme risponderebbe immediatamente che fu Erode. Tuttavia, recenti scavi archeologici lungo l'antico canale di scolo di Gerusalemme hanno portato alla luce un antico bagno rituale ebraico (miqwe) che mette in discussione la tesi archeologica fin qui universalmente accettata secondo cui Erode sarebbe stato l'unico responsabile della costruzione del complesso attorno al Secondo Tempio Ebraico. Negli ultimi tempi - riferisce il sito Israele.net dando notizia delle più recenti scoperte archeologiche riportate dalla stampa - sono stati intrapresi lavori tesi a preservare e rinforzare la pavimentazione della strada principale della Gerusalemme di duemila anni fa, quella che veniva usata dai pellegrini quando salivano al Monte del Tempio.
L'intervento viene realizzato come parte del progetto volto a riportare alla luce il canale di scolo che passa sotto la strada, andando dalla cisterna di Siloam della città di David fino al Giardino Archeologico di Gerusalemme, vicino al Muro Occidentale, il cosiddetto Muro del pianto. Lo storico ebreo Giuseppe Flavio, vissuto in quel periodo, scrive che Erode si imbarcò nel progetto di ingrandire il complesso nel diciottesimo anno del suo regno (cioè nel 22 dopo Cristo) e lo descrive come «il più grande progetto di cui il mondo avesse mai sentito».
Quando si decise di espandere il complesso, l'area venne confiscata e i muri degli edifici furono demoliti fino al letto roccioso. Le strutture intagliate nella roccia furono riempite di terra e pietre affinchè fosse possibile costruirvi sopra. Quando venne stabilita la posizione degli angoli del contrafforte del Monte del Tempio e iniziarono i lavori per la posa della prima fila di prime pietre, apparve chiaro che uno dei bagni rituali era situato direttamente sulla linea di quello che sarebbe diventato il Muro Occidentale.
In uno scavo sotto la pavimentazione della strada, vicino all'Arco di Robinson, a diretto contatto con il letto di roccia sono state trovate sezioni delle fondamenta del Muro Occidentale, che sono anche la fondamenta di una parte dell'Arco di Robinson, un'imponente arcata che sorreggeva una scala che conduceva dalla strada principale di Gerusalemme fino all'entrata del complesso del Monte del Tempio. Riferisce il professor Reich: «Nel corso dei lavori è apparso chiaro che vi sono, intagliati nella roccia, i resti di diverse strutture come cisterne, bagni rituali e cantine, che appartenevano alle abitazioni di un quartiere residenziale che esisteva prima che re Erode decidesse di ingrandire il complesso del Monte del Tempio». Allora i costruttori riempirono il bagno di terra, posero tre pietre larghe e piatte sul suolo e innalzarono la prima fila di pietre del muro sopra a tutto questo. Ora, setacciando accuratamente il terriccio rimosso dall'interno del bagno rituale ostruito, sono state trovate tre lampade ad olio di argilla di un tipo diffuso nel primo secolo dopo Cristo. Inoltre, dal terriccio sono venute fuori anche 17 monete di bronzo. Donald Ariel, curatore della collezione numismatica della Israel Antiquities Authority, ha stabilito che le quattro monete più recenti del gruppo vennero coniate sotto il procuratore romano della Giudea Valerius Gratus nell'anno 17/18 dopo Cristo. Questo significa che l'Arco di Robinson e forse una parte più lunga del Muro Occidentale vennero edificati dopo quell'anno: vale a dire almeno vent'anni dopo la morte di Erode (che solitamente si ritiene avvenuta nell'anno 4 dopo Cristo). Questa informazione archeologica evidenzia il fatto che la costruzione dell'Arco di Robinson e delle mura che fanno da contrafforte al Monte del Tempio rappresentò un progetto enorme che durò decenni, e che non venne completato durante la vita di Erode.


Questi sensazionali ritrovamenti confermano il resoconto di Giuseppe Flavio, il quale riferisce che fu solo durante il regno di re Agrippa II (pronipote di Erode) che il lavoro venne ultimato, e che a Gerusalemme al termine dei lavori rimasero da otto a diecimila disoccupati.

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