Archeologia, martedì ad Aidone si inaugura la Venere di Morgantina

All'evento parteciperà il ministro Galan Il giorno prima all'Università di Enna viene presentato «Chasing Aphrodite», il libro-dossier che ricostruisce la storia dei crimini commessi contro il capolavoro dell'arte greca classica

La Venere di Morgantina è tornata a casa dopo trent'anni di esilio californiano e la Sicilia cerca di valorizzare il capolavoro che fino a un paio di mesi fa era il pezzo più pregiato e ammirato del Paul Getty Museum di Malibù. Ora la cosiddetta Venere, ma sarebbe più corretto chiamare Afrodite visto che la statua di marmo è greca come era greca la città dove fu realizzata da un allievo di Fidia nel V secolo avanti Cristo e dove fu trafugata da un gruppo di tombaroli alla fine degli anni Settanta, si trova nel museo di Aidone (Enna) e ancora non è visibile al pubblico. Lo sarà probabilmente dalla settimana prossima, dopo l'inaugurazione ufficiale della nuova collocazione prevista per martedì prossimo, alla presenza del ministro dei Beni culturali, Giancarlo Galan.
Fra le iniziative meritoriamente organizzate per solennizzare l'evento si segnala la prima presentazione europea del libro «Chasing Aphrodite», il dossier scritto da due cronisti del «Los Angeles Times» Jason Felch e Ralph Frammolino, finalisti al premio Pulitzer proprio per la loro inchiesta sui crimini commessi contro il capolavoro greco. La presentazione del volume, da qualche giorno nelle librerie americane, si svolgerà lunedì 16 maggio alle 10.30 presso l'auditorium centrale dell'Università Kore di Enna.
L'incontro rappresenta l'appuntamento clou del ciclo culturale «La Kore incontra la Dea» organizzato dal corso di laurea in Archeologia del Mediterraneo presieduto dall'archeologa Flavia Zisa, che proprio al Paul Getty Museum di Malibu ha lavorato per anni, contribuendo peraltro al rientro della scultura in Italia. E il libro dei due giornalisti californiani costituisce un contributo determinante alla ricostruzione delle azioni criminose che portarono all'acquisizione illegittima della Venere. L'impatto mediatico suscitato dalla pubblicazione dell'inchiesta dei due giornalisti determinò una consapevolezza diversa nel pubblico americano nei confronti del Getty: da quel momento tutta l'America iniziò a vedere in quel museo non più un tempio dell'arte ma del mercato clandestino.
Dopo anni di lavoro investigativo i due autori saranno alla Kore per presentare il loro primo libro sul caso, che raccoglie tutti gli elementi della vicenda, con pagine inedite su quel particolare network criminale che vide personaggi illustri incontrarsi con trafficanti d'arte allo scopo di speculare sul patrimonio archeologico siciliano.
L'incontro del 16 maggio fa parte delle 5 giornate di studio internazionali organizzate dal corso di laurea in Archeologia del Mediterraneo della Kore e con la collaborazione del CLIK (Centro Linguistico di Ateneo), con ospiti provenienti da San Diego, il Cairo, Venezia, Los Angeles e Milano, e dedicate alla ricerca scientifica, investigazione e didattica dei beni culturali: da Leonardo da Vinci al Museo Ebraico di Venezia; dal Museo Egizio del Cairo alle politiche di cooperazione internazionale.
Prossimo appuntamento, il 24 maggio con Laila Azzam dell'Università di Hewan al Cairo e docente di Egittologia alla Kore, che testimonierà i momenti più critici vissuti nella capitale egiziana durante la rivoluzione e la caduta di Mubarak e gli eventi che in quei giorni hanno interessato il Museo Egizio del Cairo, di cui la docente è membro scientifico.

L'incontro, particolarmente prezioso in questo momento della storia del Mediterraneo, testimonia l'attenzione riservata dall'Università di Enna all'Archeologia del Mediterraneo, il cui corso di laurea offre l'unico insegnamento universitario di Egittologia in Sicilia e nel Sud Italia, dopo Napoli.

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