Niente contanti, né in anticipo né a saldo. Niente carte di credito. Il pernottamento in cambio della tinteggiatura di una stanza, di un servizio fotografico, di un pasto coi fiocchi (non certo frugale) preparato dai clienti stessi. Il successo dell'iniziativa milanese di ieri, la grande partecipazione nel fossato del Castello Sforzesco alla giornata conclusiva di «Cibi d'Italia» di Campagna Amica, durante la quale, a partire dalle 10, si è svolto il primo mercato del baratto per fare la spesa a costo zero, conferma che lo scambio di merci senza moneta, come emerge anche da un sondaggio di Coldiretti, piace moltissimo: addirittura a 3 italiani su 4. Che con la crisi aguzzano l'ingegno per cercare di continuare a stare bene.
Sotto il Castello ieri si vendeva di tutto: formaggi, salumi, frutta e vino venivano «pagati» con scarpe, orologi, quadri, libri e cd. Per la prima volta i consumatori hanno potuto scambiarsi oggetti o abiti che non usano più con prodotti alimentari e bevande provenienti da tutte le regioni italiane, ma anche assicurarsi una cena in agriturismo in cambio di ospitalità nelle proprie case. Battitore d'asta d'eccezione il conduttore televisivo Patrizio Roversi.
A promuovere e incentivare la prima esperienza italiana di mercato di scambio fisico di prodotti alimentari «made in Italy» con convenienza reciproca senza spendere un euro è stata la crisi dell'euro, della moneta. Secondo l'Istat, infatti, 7 italiani su 10 negli ultimi anni sono costretti a tagliare quantità e qualità dei prodotti acquistati. I primi esperimenti erano nati online alla fine del 2011. Quando, con la crisi economica incipiente, attraverso un sito internet rimbalzato su Facebook e altri social network, qualcuno aveva pensato di proporre una «settimana del baratto» (dal 14 al 20 novembre) sondando la disponibilità dei Bed&Breakfast italiani a uno scambio extra monetario. All'iniziativa avevano aderito ben 300 strutture. E 50mila persone su Facebook avevano indicato con un «mi piace» che l'idea era tutt'altro anacronistica, ma poteva svilupparsi con formule diverse e innovative.
Il successo dello scambio di merci senza moneta è testimoniato dal fiorire di iniziative con al centro questa pratica: si va dagli swap party (dall'inglese to swap, scambiare), veri e propri mercati del baratto, agli swap shop, i negozi del riciclo di lusso dove si scambiano oggetti e vestiti alla moda che non si utilizzano più, ma anche libri e musica.
«Una forma particolare di baratto - conclude la Coldiretti - è costituita dalle banche del tempo, associazioni ad iscrizione gratuita dove ci si scambia servizi o piccole commissioni quotidiane». Ad esempio un lavoretto in casa per una seduta di stiratura, la compilazione di moduli e documenti in cambio di qualche ora come baby sitter. In Italia, attualmente, sono già più di 200 quelle attive.
Senza contare che c'è chi condivide l'ufficio con altre persone che fanno lavori differenti: è il coworking. Si ammortizzano così i costi di affitto e di gestione (come la corrente, il collegamento internet, la pulizia dei locali) senza rinunciare all'indipendenza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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